Sostituzione Badante. Attenzione alle vertenze

Arriva l’estate e il lavoro domestico va in tilt.

L’estate è qui e come ogni anno i datori di lavoro si trovano ad affrontare il problema “sostituzione badante”. Chi assume un assistente familiare lo fa per far fronte ad esigenze costanti: aiutare un familiare malato, accudire un anziano, guardare i bambini mentre si è a lavoro, etc.

Indipendentemente dalla durata e dalla distribuzione dell’orario di lavoro, per ogni anno di servizio presso lo stesso datore di lavoro, colf e badanti hanno diritto ad un periodo di ferie di 26 giorni lavorativi.  Le ferie vanno godute per almeno 2 settimane nell’anno e le restanti entro i 18 mesi successivi all’anno di maturazione, normalmente nel periodo da giugno a settembre. Trovare una sostituzione per un breve periodo non è facile, c’è sempre il dubbio “sarà una persona affidabile?” Ed è proprio per questo motivo che vi consigliamo vivamente di affidarvi a noi per la ricerca della sostituta.

Inoltre, è difficile trasferire le competenze, le cure e le abitudini dell’anziano ad una nuova badante per brevi periodi.  Un ulteriore consiglio è di selezionare il sostituto o la sostituta in anticipo, farlo incontrare per un colloquio con l’assistito, in modo da valutare ogni aspetto, sia relazionale che professionale.  L’anziano, in questo modo sarebbe più tranquillo e meno stressato dal cambio.

Le famiglie, per contenere i costi, spesso hanno la tendenza a non mettere in regola il lavoratore domestico  del periodo estivo. Pratica sbagliatissima! Anche se si tratta di un mese o di poche settimane, infatti, molti datori ricevono a settembre la vertenza del lavoratore. Sono tanti i casi di richiesta di differenze retributive a seguito della mancata regolarizzazione delle sostituzioni estive.

Il mio consiglio è di assumere regolarmente il lavoratore temporaneo per tutelarsi rispetto a future vertenze e non di meno, per tutelare anche la salute del lavoratore in caso di infortunio.

Nel caso si tratti di periodi molto brevi il datore di lavoro domestico può fare anche ricorso al libretto famiglia dell’INPS. Si tratta di un libretto nominativo prefinanziato, composto da titoli di pagamento, il cui valore nominale è fissato in 10 euro. Questo strumento può essere usato solo per prestazioni di lavoro occasionale ed è rivolto alle persone fisiche che non esercitano attività professionale o d’impresa.

Articolo dell’Avvocato M. De Luca

Adiura Livorno

Assistito in vacanza. Cosa spetta agli assistenti familiari.

Colf, badanti e babysitter devono seguire il datore in vacanza?

Vediamo insieme quando e come la badante deve seguire l’assistito.

Lavoratore a ore o non convivente: l’eventualità di seguire il datore di lavoro in trasferta deve essere espressamente prevista nella lettera di assunzione. Nel caso in cui non sia specificato, il lavoratore può legittimamente rifiutarsi e il suo rifiuto non costituisce un valido motivo di licenziamento.

Lavoratore convivente: è probabile che durante il rapporto di lavoro, il datore di lavoro chieda alla badante di seguirlo anche in altri comuni o in residenze secondarie, per villeggiatura o per altri motivi. In questo caso il lavoratore convivente ha l’obbligo di seguire il proprio datore o la persona di cui si prende cura durante le trasferte (per esempio alla seconda casa al mare o in montagna). Questa condizione deve essere specificata nella lettera di assunzione del lavoratore convivente.

Se l’obbligo di trasferta non è stato previsto nel contratto di assunzione, al lavoratore verrà corrisposta per tutti i giorni della trasferta, in base al livello di inquadramento, una diaria giornaliera che varia, in base al CCNL applicato, dal 10% al 20%, oltre alla normale retribuzione.

In qualsiasi delle due ipotesi, il datore di lavoro dovrà avvertire la colf o badante con qualche giorno di anticipo della data di partenza, specialmente se il soggiorno sarà in un altro comune. Inoltre, al lavoratore dovranno essere rimborsate anche le spese di viaggio e di trasporto degli effetti personali, ma solo nel caso in cui il datore di lavoro non provveda a farsi carico sin dalla partenza.

Infine, si ricorda che anche durante la trasferta, al lavoratore spetta il riposo settimanale.

Fonte articolo badanticolfonline.it

Adiuira Livorno 24 Luglio 2020

 

Ricerca personale assistenziale. Ecco perchè affidarsi ai professionisti.

PERCHE’ AFFIDARSI A UN’AGENZIA PER LA RICERCA DEL PERSONALE ASSISTENZIALE.

Ecco 4 buoni motivi per rivolgersi a un’agenzia invece che al “fai da te” o alle cooperative:
1) Si risparmia tempo, denaro e stress;
2) Massima tutela dei soggetti coinvolti;
3) Selezione di personale qualificato;
4) I privati o le cooperative non sollevano le famiglie da responsabilità di questo genere:

I finanzieri del Comando Provinciale di Bologna hanno eseguito, su disposizione del GIP del locale Tribunale, Dott. Domenico Truppa, un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di F.F., classe 1974 residente a San Lazzaro di Savena (BO), amministratrice di alcune cooperative e società operanti in tutta la provincia di Bologna che offrivano servizi di assistenza diurna e notturna a favore di anziani e malati, in quanto ritenuta responsabile di aver gestito in condizioni di sfruttamento, nel corso degli anni, oltre 300 badanti provenienti dall’Est Europa, in violazione dell’art 603 bis del codice penale (intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro).

Oltre all’arresto sono stati sequestrati anche i locali, ubicati a Bologna e Casalecchio di Reno, dove avevano sede le cooperative e le società gestite in maniera illecita.
In particolare, le indagini scaturiscono da alcuni controlli effettuati dall’INPS di Bologna nei confronti delle società tutte riconducibili all’imprenditrice che avevano fatto emergere numerose irregolarità alla normativa che regola i rapporti di lavoro.
I successivi approfondimenti investigativi eseguiti dalle fiamme gialle del Nucleo di Polizia economico finanziaria, sotto la direzione della procura della Repubblica di Bologna, nella persona del Sostituto Procuratore Rossella Poggioli, hanno permesso di accertare come l’arrestata approfittando dello stato di bisogno delle lavoratrici, molto spesso in difficoltà economiche perché da poco giunte in Italia, offrisse contratti a progetto per mascherare rapporti di lavoro subordinato, corrispondendo, precisa il GIP ,“compensi irrisori (a fronte di alte tariffe orarie che venivano richieste per assistere gli anziani bisognosi di cure) senza la possibilità di fruire ferie, e più in generale in totale spregio di qualsiasi norma che disciplina i rapporti di lavoro e la sicurezza sui luoghi di lavoro”.
Le badanti venivano reclutate, con l’ausilio di un dipendente anch’egli indagato ma a piede libero, attraverso annunci su internet oppure manifesti pubblicitari affissi nei pressi delle fermate da cui partono gli autobus per l’Est Europa o annunci sui giornali.
Inoltre, con precisi intenti speculativi e tendenti a massimizzare i propri illeciti profitti, l’indagata ometteva di versare, in numerose circostanze, i contributi spettanti ai dipendenti, rendendosi anche responsabile di gravi violazioni alla normativa fiscale e previdenziale, oltre a riuscire a conquistare ampie quote di mercato dal momento che, grazie ai risparmi illeciti ottenuti a danno dei lavoratori e dell’erario, riusciva ad offrire i propri servizi a prezzi molto più bassi della concorrenza.
In aggiunta, i conti correnti delle società cooperative –che formalmente avrebbero dovuto perseguire scopi mutualistici a beneficio di tutti i lavoratori – sono stati prosciugati dall’imprenditrice anche per acquistare numerosi beni di lusso (gioielli, borse e viaggi) non rientranti tra le primarie esigenze funzionali delle società, ma destinati al puro godimento personale.

L’operazione, denominata “Blue Angels”, si inquadra nell’ambito delle attività poste in essere a contrasto delle condotte illecite lesive dell’affidamento dei cittadini verso il corretto funzionamento del mercato del lavoro.
Sussistono problemi per le famiglie che si affidano (anche per il fai da te) alle cooperative che non gestiscono correttamente il rapporto di lavoro con “i domestici”. Spesso per rasserenare il cliente queste realtà firmano degli accordi con i quali si impegnano a tenere sollevata la famiglia da qualsiasi responsabilità in tema di vertenze di lavoro. Purtroppo però queste clausole sono totalmente inefficaci in quanto la legge italiana, per tutelare il lavoratore, prevede che vi sia la totale corresponsabilità dei datori di lavoro con i “fruitori” del lavoro stesso.

10 consigli utili per risparmiare sulla spesa

Consigli per risparmiare sulla spesa: 10 regole per fare la spesa in economia senza rinunciare alla qualità dei prodotti ed evitando spreco di cibo e di soldi.

Fare la spesa, in fondo, è un’abilità che si acquisisce, non un talento innato: si impara a fare la spesa. Non c’è benessere che non passi attraverso i prodotti con cui riempiamo il carrello della spesa. Le cose buone costano di più? Vero, ma quasi mai optare per merci scadenti e a basso costo significa risparmiare davvero. Il segreto? Una spesa consapevole.

Per risparmiare sulla spesa basta avere le idee chiare: budget, necessità e il binomio inscindibile di qualità e prezzo. Si può risparmiare al supermercato (e non solo) senza rinunciare al meglio

Ecco come risparmiare sulla spesa e approcciarsi agli acquisti di tutti i giorni senza rinunciare ai migliori prodotti né prosciugando il conto in banca.

Una spesa economica senza rinunciare alla qualità.

Risparmiare sulla spesa è diventato semplice: esiste il discount – paradiso del sottomarca (e del sottocosto), il ventaglio di scelta è ampio, la gamma di prodotti trasversale, i prezzi notevolmente più bassi, il carrello si riempie con facilità e senza la controindicazione dell’esborso economico maggiorato.

Tutto vero, non fosse che il prezzo da pagare per simili scelte è spesso assai più incidente – per la propria esistenza – del prosciugamento di un conto in banca: a risentirne, infatti, è la qualità della vita. Tradotto: generi alimentari di basso costo sono anche prodotti di minore qualità, spesso nocivi per la salute in maniera direttamente proporzionale al risparmio. E non sfuggono alla regola neppure generi di altra tipologia: abbigliamento, arredamento, prodotti per la casa, per l’igiene, per la cosmesi.

A difettare, anche in quel caso, è la qualità: prodotti poco resistenti o inefficaci non garantiscono né resa né durata. E, a conti fatti, neppure rendita.

Fare la spesa è una delle attività che rientra a pieno titolo nel bagaglio culturale di un individuo – la cui necessità di benessere passa necessariamente attraverso il carrello – il quale, diventato consumatore, ha l’obiettivo primario della piena consapevolezza di sé.

Siamo anche ciò che compriamo: quello che mangiamo, l’abito che indossiamo e il detergente con cui curiamo il corpo. Il punto, di rimando, non è apprendere una capacità di risparmio fine a se stessa, semmai individuare i requisiti che consentono di risparmiare senza rinunciare al meglio.

Consigli per risparmiare sulla spesa: la nostra top 10

Le cose buone costano di più? Evidentemente sì: non per questo vanno accantonate. Anzi. Il detto universalmente valido “meno spendi e più spendi” è una verità: quasi mai optare per merci scadenti e a basso costo significa risparmiare. Allora: qualità e risparmio sono antitetici? Per niente. Il segreto? Diventare consumatori responsabili e praticare una spesa consapevole. Ecco il decalogo del corretto approccio per risparmiare sulla spesa.

1. Evitare gli sprechi

Non abbiamo alcun motivo per riempire il carrello di decine e decine di prodotti: buona parte delle cose che acquistiamo non sono necessarie, molte di esse finiranno negli scaffali di un armadio, nei ripiani di un frigorifero o in una dispensa e in molti casi le useremo poco – gli abiti, per esempio – oppure lasceremo che scadano senza nemmeno averle toccate.

2. Fare una lista della spesa

È un trucco efficace: arrivare in un supermercato con un elenco precedentemente definito di ciò che occorre aiuta a non incappare in “distrazioni” promozionali lungo gli scaffali dell’esercizio commerciale e consente di capire davvero quali sono i prodotti di cui necessitiamo e quali, al contrario, quelli di cui non abbiamo bisogno.

Fare una spesa mirata porta a evitare l’acquisto di prodotti in eccesso: fare le scorte non è utile né necessario poiché implica un maggiore esborso di denaro e aumenta il rischio di sprecare cibo, magari dimenticato. Inoltre, mai dimenticarlo: per logica di mercato, le offerte ci sono sempre.

3. Prendersi il giusto tempo e arrivare sazi

La fretta è cattiva consigliera, sempre. Anche per fare la spesa c’è bisogno di evitare inutili corse causate da ritardi o altri impegni. Avere, invece, minuti a disposizione per controllare prezzi ed etichette vuol dire riuscire a capire autonomamente come arrivare al miglior rapporto qualità/prezzo. Fare la spesa a pancia piena è il modo per non arrivare affamati al momento della scelta e aiuta a non cadere in tentazione…

4. Confrontare offerte e supermercati

È un approccio che – portato avanti per un po’ di tempo – si trasformerà presto in abitudine. Valutare le offerte proposte dai marchi (e dai negozi) attraverso i volantini reperibili facilmente online vi mette nella condizione di capire cosa comprare e dove: spesso lo stesso prodotto viene proposto a prezzi differenti da differenti esercii commerciali.

5. Utilizzare app e buoni sconto

Utilizzare le applicazioni dei marchi di interesse o delle catene commerciali può consentire di beneficiare di buoni sconto validi per la spesa o per uno specifico prodotto. Gli stessi buoni sconto, per altro, sono spesso reperibili anche sui volantini cartacei distribuiti dalle attività commerciali.

6. Leggere le etichette

Sono la carta d’identità del prodotto in oggetto. Se più prodotti soddisfano i requisiti richiesti, allora diventa consequenziale passare alla valutazione del prezzo e alla scelta del meno costoso. Leggere l’etichetta è un esercizio fondamentale: non solo per conoscere ingredienti e località di produzione ma anche per non incappare in uno dei più classici errori: quello di acquistare un prodotto non in base al prezzo al chilo o al litro ma a quello della confezione.

7. Non cedere alle dinamiche del marketing commerciale

Il posizionamento nella scaffalatura di un supermercato non è casuale né segue logiche di altro tipo se non quelle commerciali. Il posto migliore è quello che si vende meglio e si paga di più. I prodotti collocati ad altezza viso o busto, per esempio, ovvero quelli più facilmente individuabili, non sono lì perché più economici o di maggiore qualità: semplicemente, il marchio in questione ha pagato un costo per garantirsi quella esposizione. Imparare a chinarsi, alzare gli occhi e dare uno sguardo anche a ciò che è posizionato su altri scaffali è fondamentale: potreste trovare esattamente lì ciò che cercate.

8. Evitare prodotti già pronti

Rispondono in maniera oggettiva alle esigenze di tempo e rapidità, si sposano a meraviglia con le dinamiche della quotidianità – soprattutto professionale – e consentono di far durare poco il momento della preparazione del pasto. Piccolo problema: i prodotti già pronti costano esponenzialmente di più e non sono sinonimo assicurato né di freschezza né di genuinità.

9. Controllare le scadenze e scegliere prodotti di stagione

Detto altrimenti: verifica la vita residua dei prodotti che stai per acquistare e valutane la funzionalità in base alle tue esigenze. Riuscire a interpretare le scadenze in maniera corretta consente di evitare sprechi. Acquistare prodotti di stagione, invece, significa spendere meno, ridurre gli impatti ambientali e optare per un prodotto più saporito e – spesso – più nutriente.

10. Tornare a cucinare

Dedicare del tempo alla cucina e alla preparazione del pasto è, infine, il modo più sicuro per risparmiare. Cucinare da sé garantisce un guadagno inimmaginabile: lo riconosceranno le vostre finanze e saprà rimarcarlo anche il vostro medico di base.

Fonte articolo Money.it

Foto pixabay.com

Iniziano i test su badanti e lavoratori immigrati

Contagi di rientro, più test su badanti ai lavoratori immigrati

Li chiamano contagi di rientro. Perché non c’è solo il rischio di focolai autoctoni, “nazionali”, ma anche quelli provocati da stranieri, spesso lavoratori che stanno rientrando in Italia anche in vista della riapertura dei voli verso l’Unione europea a partire dal 1 luglio. I timori sono legati al ridotto controllo del coronavirus in colossi demografici come gli Stati Uniti, la Russia o l’India. Il pericolo di contagi dall’estero è esemplificato dall’ultimo focolaio a Fiumicino, vicino a Roma, originato da un cittadino del Bangladesh tornato dal proprio Paese. In Veneto intanto si punta a fare tamponi alle badanti che arrivano al di fuori dell’Europa.

Il rientro dei lavoratori dall’estero

«È necessario aumentare i controlli sui voli internazionali, nelle ultime settimane abbiamo avuto troppi casi dal Bangladesh», così l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato. Nella Asl Roma 3 prosegue infatti l’indagine epidemiologica per il focolaio a Fiumicino che conta 4 nuovi casi collegati: si tratta di un dipendente del ristorante Indispensa, due conviventi del dipendente del Bangladesh e un cliente intercettato al drive-in di Casal Bernocchi dove sono stati eseguiti oltre 1.300 tamponi per l’indagine epidemiologica. Anche nella Asl Roma 2 si è registrato un caso positivo di rientro dal Bangladesh. E anche in questo caso sono state attivate le procedure di contact tracing internazionale. Il rischio deriva anche dal fatto che il Paese, vicino all’India, al momento è tra i più colpiti dal Covid e con una situazione fuori controllo. A questo si aggiunge il fatto che la quarantena obbligatoria spesso non viene seguita dai lavoratori che rientrano in Italia dal loro Paese scatenando il rischio di nuovi focolai a partire dalle famiglie dove il contagio è più facile.

Tamponi per le badanti extra Ue

Test gratuiti per le badanti che rientrano in Italia dai paesi extra Ue e che riprendono il loro servizio nelle famiglie in Veneto. L’iniziativa è del presidente del Veneto, Luca Zaia che ha sottolineato che per usufruire del servizio bisognerà rivolgersi al sistema sanitario regionale, a partire dai medici di base. «È una maniera per proteggere gli anziani e i loro familiari», ha detto Zaia, spiegando che «i tamponi verranno fatti in tempo reale». «Non c’è’ l’obbligatorietà, ma la raccomandazione di sottoporsi ad un tampone, gratuito», ha precisato l’assessore alla Sanità del Veneto, Manuela Lanzarin, rilevando che «è pensabile, è ottimale, che le badanti accolgano l’invito a tutela dei loro assistiti che per la maggior parte sono anziani o persone con disabilità. Chiediamo la loro massima partecipazione, ma anche il supporto dei familiari assistiti». I test potranno essere richiesti alle strutture sanitarie venete, ai medici di medicina generale e i distretti sanitari. Nel Veneto si stima vi siano circa 90 mila badanti, provenienti per la maggior parte da paesi dell’est Europa come Moldavia, Romania e Ucraina.

Fonte articolo ilsole24.it

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