Allenare il cervello per rimanere sempre giovani

BRAIN FITNESS, COSA SIGNIFICA?

Riscoprire la passione per la musica, il desiderio di approfondire lo studio delle scienze o della storia. Lasciarsi ammaliare dalla bellezza di un’opera d’arte o dalla riscoperta di ciò che si pensava di aver totalmente dimenticato.

A CHE ETÀ? AIUTA CONTRO L’INVECCHIAMENTO?

Anche per gli anziani c’è la possibilità di tornare sui banchi di scuola. Le università per la terza età sono molto diffuse in Italia e trovarle è molto semplice, basta cliccare su un motore di ricerca il nome del luogo in cui si abita e la dicitura “Università della terza età o del tempo libero”.

Parteciparvi costituisce un’esperienza importante da più punti di vista. Innanzitutto, utilizzare il cervello per apprendere nuove nozioni o approfondire quelle già acquisite aiuta a mantenere le abilità cognitive acquisite.

Il cosiddetto Brain Fitness che stimola la  funzionalità delle cellule neuronali e i circuiti cognitivi, ritardando la eventuale insorgenza di patologie dell’anziano come la demenza senile o la malattia di Alzheimer.

QUALE IL SEGRETO PERCHÉ FUNZIONI BENE?

E’ importante che la materia scelta appassioni: qualunque stimolo al ragionamento è utile, non ci sono argomenti o materie che funzionano meglio di altre. La regola è ciò che interessa.

La molla del piacere è fondamentale perché di per sé facilita la comprensione e funge da stimolo

L’UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ FUNZIONA?

La frequenza alla Università della Terza età permette all’anziano di socializzare, di estendere la propria rete di conoscenze e amicizie.

Spesso, con il passare degli anni ci si trova soli: i figli sono occupati con la propria nuova famiglia e il lavoro, tra gli amici coetanei alcuni sono magari deceduti o malati; altri sono, a loro volta, occupati nella gestione dei nipoti. E la mancanza di relazioni sociali può essere veramente deleteria per l’anziano che, trovandosi solo sarà, più portato, per esempio, alla depressione.

Frequentare un corso all’università della terza età può prevenire l’isolamento e “costringere” l’anziano autosufficiente a muoversi, a uscire di casa. È questo un altro fattore importante e di grande aiuto per chi non è più giovanissimo. Uscire, camminare è salubre da tutti i punti di vista. Fa bene al fisico e all’umore.

E PER CHI NON RIESCE AD USCIRE DI CASA?

Chi, invece, ha qualche difficoltà ad uscire di casa può stimolare la mente coltivando le proprie passioni di un tempo o cimentandosi in nuovi interessi. Dalla lettura all’attività enigmistica e, perché no, anche all’utilizzo del computer. Un corso di informatizzazione di base da seguire anche a domicilio potrebbe essere stimolante, utile e, al tempo stesso, divertente per chi non è più giovanissimo. Potrebbe essere, ad esempio, un modo per comunicare con i nipoti lontani…”

LA RICERCA LO CONFERMA: IL COMPUTER AIUTA LA MEMORIA 

Che l’informatica possa costituire un ottimo esercizio di brain fitness lo conferma anche un recente studio dell’Università della California pubblicato sull’American Journal of Geriatric Psychiatry. 

Le ricerche in geriatria hanno dimostrato che chi usa regolarmente un proprio pc riporta significativi miglioramenti della memoria e anche delle competenze linguistiche. L’indagine è stata condotta su un gruppo di sessantanove partecipanti non affetti da demenza con un’età media di ottantadue anni. Partecipanti che sono stati invitati ad allenare la mente con gli oltre quattrocento esercizi di memoria a breve e lungo termine, lingua, elaborazione visuo-spaziale, ragionamento, problem solving e capacità di calcolo del programma. Delle 69 persone coinvolte, le 52 sottoposte ad un periodo di sei mesi con almeno quaranta sessioni di venti minuti trascorse a giocare con il software hanno mostrato notevoli miglioramenti sia nelle funzionalità della memoria sia nelle abilità linguistiche.

Questa ricerca è solo una delle tante che mette in rilievo il successo dell’utilizzo della tecnologia informatica per preservare e migliorare le prestazioni cognitive.

La Comunità Scientifica Internazionale ha ormai avallato l’efficacia del training cognitivo computerizzato per l’incremento delle capacità cognitive utili come prevenzione anti-ageing e indispensabili nelle svariate situazioni in cui si presentano alterazioni intellettivecome il morbo di Alzheimer, le demenze senili di diversa natura e i deficit cognitivi di bambini e adolescenti che soffrono di svariate patologie.

Il concetto di “esercizio mentale” si basa sul presupposto che, attraverso una serie di esercizi ripetuti, si possano migliorare le proprie prestazioni mentali, analogamente a quanto avviene per il sistema motorio grazie alla pratica sportiva.

Fonte auxologico.it

Più si invecchia e più si è felici

Sapete perchè col passare del tempo si è più felici? Perché fare tesoro delle proprie esperienze aiuta a vivere più serenamente.

Alcune ricerche in ambito psicologico stanno studiando il rapporto tra età e felicità. E, contrariamente a quanto si possa pensare, sembrerebbe che nella terza età ci sia una maggior percentuale di benessere presente nell’esistenza. Perchè?

Quando si è più felici nella vita? Lewis Wolpert, dell’Università di Londra nel suo libro You’re looking very well sostiene che a 80 anni si è in media più felici che a 20. Il picco di infelicità sarebbe intorno ai 35, quando cadiamo preda dello stress per mutui, incombenze domestiche, figli piccoli.

Il seguito? Tutto in discesa. A patto che si lavori su una visione positiva della vita, come spiegato da Isaacowitz in uno studio pubblicato su Perspectives on Psychological Science: «Gli anziani sembrano più felici in media, ma stiamo ancora cercando di capire come questo possa succedere e perché. E soprattutto vogliamo indagare cosa, nella loro biologia e neurofisiologia, aumenti le sensazioni positive».

Certamente nell’ultimo secolo si è fortemente modificata l’aspettativa di vita, ma esistono altre ragioni, intimamente connesse al nostro modo di vivere.

Sfrutti la tua esperienza per stare meglio

Tu sai come sfruttare l’esperienza dell’età per stare meglio con te stessa? Un team di psicologi appartenenti alla Stony Brook University di New York ha rivolto questa domanda a 340mila persone di età compresa tra i 18 anni e gli 85 anni.

Il professor Arthur A. Stone, che ha guidato l’esperimento, spiega: «Emozioni negative e positive variano in base all’età: la felicità arriva a 50 anni». Più si invecchia, più si è felici quindi?

Acquisisci consapevolezza delle tue emozioni

Al riguardo la ricercatrice Susan Charles Turk spiega: «Fatta eccezione per persone con malattie legate alla demenza, non solo la salute mentale in genere migliora con l’aumentare dell’età, ma gli adulti più anziani possiedono un maggior controllo emotivo rispetto ai giovani».

Il motivo? Secondo la studiosa, invecchiare va in direzione di una maggior consapevolezza del tempo e del senso della vita: più passano gli anni, più desideriamo vivere al meglio e siamo meno inclini a scendere a compromessi sul nostro benessere.

Conquisti del tempo per te stessa

Inoltre, troppo spesso preoccupazione e stress affliggono la nostra vita. Tuttavia, col trascorrere degli anni aumenta la consapevolezza dei valori importanti, cresce la capacità di perdonare e superare timidezza e paure che da adolescenti sembrano insormontabili.

Secondo i ricercatori la quiete ricca di stimoli di una famiglia, insieme all’amore e la presenza di una vita piena di amici, attività, progetti, contribuisce a rendere più ottimista la nostra visione. Inoltre, quando i figli crescono possiamo ricominciare a pensare a noi stesse e trovare tempo per ciò che amiamo fare.

Tu riesci a ritagliare tempo per te stessa? Impara a farlo e smetti di rimandare: la vita è adesso.

Mediti sugli errori che hai commesso, e ci fai pace

L’attenzione verso le piccole cose sembra essere la principale conquista degli anni che avanzano: una chiacchiera con l’amica di sempre, i momenti di quiete da trascorrere con il partner e le piccole abitudini di una routine che sa nutrire il quotidiano: una lezione di autenticità e verità da imparare attraverso l’avventura dell’esistenza.

Gli ostacoli? Se vissute in un certo modo le crisi possono diventare un’opportunità. Perché una vita non si misura dagli obiettivi raggiunti, bensì dalla capacità di diventare più saggi grazie al riconoscimento dei nostri errori e dalla capacità di farci pace.

Prendi la vita alla leggera

La tristezza sembra essere presente in tutte le fasi della vita, senza differenze significative tra ventenni e sessantenni: se esistono momenti dell’esistenza duri da superare, è altrettanto vero che prendere la vita un po’ più alla leggera, aiuta a trasformare le difficoltà in occasioni per rinascere.

A volte si incontrano persone che, grazie all’esperienza di vita, sono diventate più sagge, pazienti, consapevoli della propria bellezza e di quali siano i valori davvero importanti. Altre volte ci si incattivisce, non solo a causa dei piccoli guai dell’esistere o degli eventi negativi, ma per come sono stati affrontati e vissuti.

Non possiamo scegliere come andrà la nostra vita, ma ogni giorno possiamo decidere come reagire agli eventi.

 

Articolo di Donnamoderna.com

Foto da pixabay.com

Regolarizzazione colf, badanti e braccianti: come funziona la sanatoria Inps

Domande di regolarizzazione di colf, badanti e braccianti. Requisiti, modalità e scadenza: tutte le istruzioni nella circolare Inps 68/2020.

Per colfbadanti e braccianti è iniziata la campagna di regolarizzazione. La sanatoria potrà essere presentata all’Inps solo per i cittadini italiani o comunitari. A stabilirlo è il decreto Rilancio precisando che per i cittadini extracomunitari il percorso è diverso e le domande dovranno essere presentate direttamente all’Ufficio Immigrazione presso le Questure. L’Inps si occuperà solo dei residenti in Italia e dei paesi Ue.

Modalità di regolarizzazione

A precisarlo è l’Inps in una recente circolare, la numero 68 del 31 maggio 2020, che fornisce le istruzioni per presentare domanda di condono delle posizioni lavorative da regolarizzare facendo emergere il lavoro in nero. La domanda – spiega la circolare – dovrà essere presentata esclusivamente in maniera telematica entro il 15 luglio 2020. Le modalità di regolarizzazione riguardano i soli datori di lavoro italiani ovvero cittadini italiani o di Stati membri della Ue in possesso di permesso di soggiorno e che devono regolarizzare un rapporto di lavoro dipendente irregolare che sia stato instaurato prima del 19 maggio, data di entrata in vigore del decreto Rilancio, e risultino ancora in essere alla data di presentazione della domanda di emersione.

I datori di lavoro interessati

Possono essere presentate domande di regolarizzazione per le attività specificate dal decreto e cioè per il settore dell’agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura e attività connesse;  assistenza alla persona per se stessi o per componenti della propria famiglia, ancorché non conviventi, affetti da patologie o disabilità che ne limitino l’autosufficienza;  lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare. In relazione alle attività di assistenza alla persona o di sostegno al bisogno familiare, si precisa che sono equiparati ai datori di lavoro domestico persona fisica anche alcune particolari persone giuridiche, ovvero le convivenze di comunità religiose (conventi, seminari) e le convivenze militari (caserme, comandi, stazioni), che hanno lavoratori addetti al servizio diretto e personale dei conviventi, nonché le comunità senza fini di lucro (orfanotrofi e i ricoveri per anziani il cui fine è prevalentemente assistenziale), qualunque sia il numero dei componenti.

Requisiti di reddito

Il decreto Rilancio ha stabilito che l’ammissione alla procedura di emersione è condizionata all’attestazione del possesso, da parte del datore di lavoro, ente o società, di un reddito imponibile o di un fatturato risultante dall’ultima dichiarazione dei redditi o dal bilancio di esercizio precedente non inferiore a 30.000 euro annui. Per quanto concerne i datori di lavoro domestico o badanti, il reddito imponibile del datore di lavoro non può essere inferiore:  a 20.000 euro annui, in caso di nucleo familiare composto da un solo soggetto percettore di reddito; a 27.000 euro annui, in caso di nucleo familiare inteso come famiglia anagrafica composta da più soggetti conviventi.

Costi e adempimenti

Con la dichiarazione di emersione il datore di lavoro si impegna a versare un contributo di 500 euro per ciascun lavoratore. Oltre a ciò bisognerà versare una somma forfettaria che verrà fissata per decreto per le somme spettanti a titolo retributivo, contributivo e fiscale, insieme a una marca da bollo da 16 euro. La domanda per la sanatoria dovrà contenere una dichiarazione, pena annullabilità, dei requisiti di cui sopra e la dichiarazione di aver versato le somme indicate. Con l’accettazione della regolarizzazione da parte dell’Inps – si legge nella circolare – vengono sospesi anche i procedimenti amministrativi e penali pendenti o futuri a carico dei datori di lavoro “per l’impiego di lavoratori per i quali è stata presentata la dichiarazione di emersione, anche se di carattere finanziario, fiscale, previdenziale o assistenziale”.

Chi può essere regolarizzato

Secondo le stime del Viminale, si tratterà di circa 300.000 lavoratori già presenti in Italia da prima della pandemia, ma potrebbero essere anche di più. Non tutta la platea di colf e badanti, però, attualmente in Italia con contratti irregolari o permessi scaduti, potrà beneficiare della sanatoria. Il decreto ha fissato alcuni importanti requisiti da possedere per fare domanda e ottenere così la regolarizzazione. Sarà importante riuscire a dimostrare che si stava già in Italia prima dell’8 marzo scorso, cioè prima del lockdown. Allo scopo il cittadino extracomunitario dovrà essere stato registrato agli uffici Immigrazione presso le questure, sia attraverso l’acquisizione di rilievi foto e dattiloscopici, sia con la dichiarazione di ingresso in Italia ai sensi della legge 28 maggio 2007, n. 68 alle autorità di frontiera. Non solo, la norma prevede anche che non bisogna aver lasciato l’Italia dopo l’8 marzo 2020 e che non sia giunto provvedimento di espulsione o siano incorso indagini penali per reati di particolare gravità.

Limiti di reddito

Il datore di lavoro dovrà dimostrare di possedere un reddito annuo non inferiore a 30.000 euro e  pagare una sanzione di 400 euro più un forfait per i contributi pregressi (ancora da definire) nel caso voglia regolarizzare una posizione finora in nero. Il lavoratore otterrà quindi un regolare contratto di lavoro e relativo permesso di soggiorno. Tale soglia di reddito annuo scende a 20 mila euro annui in caso di nucleo familiare composto da un solo soggetto, ovvero non inferiore a 27mila euro annui in caso di nucleo familiare inteso come famiglia anagrafica composta da più soggetti conviventi. Stessa procedura potrà essere seguita dal lavoratore che potrebbe non avere un datore di lavoro disponibile o averne più di uno. In questo caso il migrante presenterà la domanda da solo presso la Questura chiedendo un permesso di lavoro temporaneo della durata di 6 mesi finalizzato alla ricerca di un lavoro. Se poi riuscirà a trovarlo, il documento originariamente rilasciato verrà trasformato in permesso di lavoro subordinato.

Fonte articolo investireoggi.it

Ecco perchè affidarsi ad Adiura Livorno

Il Nostro Lavoro

Cercare una badante o una colf affidandosi ad un’agenzia rende tutto più semplice. L’esperienza nel gestire il personale fa risparmiare tempo alla famiglia, riduce notevolmente il rischio di non trovare la persona giusta per il proprio caro in un tempo ragionevole, facendo entrare nella propria casa estranei ogni due o tre giorni per poi ritrovarsi punto e a capo. L’agenzia, a differenza di una famiglia non è emotivamente condizionata nella scelta. Probabilmente la badante che lavora con un’agenzia, è già stata in altre famiglie a fare lo stesso lavoro (quindi non è presumibilmente una persona che il giorno prima faceva altro), l’agenzia inoltre, ha tutto l’interesse di trovare la persona più idonea in base alle esigenze ed ai servizi richiesti. Noi di Adiura Livorno lavoriamo con etica e professionalità, manteniamo alta la qualità del servizio che offriamo, grazie all’esperienza e la continua ricerca di personale qualificato nel settore assistenziale.
Prima di inserire una badante verifichiamo tutte le regolarità della posizione di quest’ultima, cosa che per  una famiglia non è facile da fare. Valutiamo, a seconda del cliente, la badante che può essere accettata e qualificata per quel tipo di lavoro specifico che non è sempre lo stesso. La persona da assistere può avere una patologia piuttosto che un’altra, e parte del nostro lavoro e cercare la badante che ha già avuto esperienza con quella determinata patologia e scartare quelle invece, che non hanno avuto esperienza a riguardo. Quando ci viene chiesto il servizio di ricerca, chiediamo ai familiari di parlarci il più possibile della loro situazione familiare e a volte dettagli che sembrano poco importanti per la famiglia fanno la differenza. Conoscere bene la situazione del nostro assistito ci fa capire meglio quale badante può essere idonea. Ne consegue un gran risparmio di tempo e stress sia per l’assistito che per la famiglia, e la badante con altissime probabilità accetterà meglio il lavoro offerto, evitando sorprese che potrebbero non farle rifiutare il lavoro dopo alcuni giorni.

Affidati ad Adiura Livorno

La persona assunta sarà più tranquilla e padrona del suo lavoro, e in qualche caso anche del vostro caro e della vostra casa. Noi di Adiura Livorno, saremo sempre presenti durante tutta la durata del rapporto di lavoro, quindi, qualora nascesse qualche incomprensione, saremo a vostra disposizione per consigliarvi la soluzione migliore. Tanti altri sono i vantaggi che avrai se ti affidi a noi per la ricerca e selezione di un’assistente per i tuoi cari:
  • supporto e aiuto nello svolgimento di pratiche burocratiche, come per esempio contratti di assunzione, calcolo stipendio, contributi inps ecc.
  • ottimo rapporto qualità-prezzo
  • assistenza continua e illimitata
  • valutazione da parte di professionisti del settore
  • personale qualificato e preparato che risulta affidabile e maggiormente sicuro
  • cambio badante
  • mod. 730
  • Isee
  • disoccupazione
  • successioni

Questi e tanti altri servizi possiamo offrirti nella nostra sede di Livorno. Vienici a trovare per un preventivo. Ti aspettiamo.

Livorno, 30 Maggio 2020

Adiura Livorno

 

 

Sanatoria per 200 mila tra badanti e colf.

Colf e badanti, via alla sanatoria dal primo giugno per 200 mila

Le stime parlano di circa duecentomila colf e badanti che potrebbero essere coinvolti nella sanatoria appena varata dal governo. Il lavoro domestico è uno dei settori che, insieme a quello agricolo allevamento e pesca, potrà usufruire della nuova norma. Una notizia ben accolta da tutte le organizzazioni di categoria. L’ultima sanatoria fatta nel settore, nel 2012, mise in regola trecentomila persone. Non tutta la platea dei domestici attualmente in Italia con contratti irregolari o permessi scaduti, potrà però beneficiare della possibilità. Come per i braccianti ci sono alcuni requisiti indispensabili.

LA PRESENZA
Farà da spartiacque il fatto di riuscire a dimostrare che si stava già in Italia prima dell’8 marzo scorso, ovvero prima del lockdown. Due sono le prove ammesse: i «rilievi fotodattiloscopici», in pratica il migrante deve essere già transitato in passato per gli uffici delle forze dell’ordine dove lo hanno identificato con prelievo delle impronte digitali; la «dichiarazione di presenza, resa ai sensi della legge 28 maggio 2007, n. 68», che poi è la dichiarazione di ingresso in Italia per visite, affari, turismo e studio rilasciata all’autorità di frontiera o al questore della provincia in cui si arriva. Chi non ce l’ha, è fuori.
Non solo. La norma prevede che non bisogna aver lasciato l’Italia dopo l’8 marzo. Sono ammessi anche i cittadini stranieri con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019, non rinnovato o convertito in altro titolo di soggiorno. Sono esclusi i migranti che si sono macchiati di particolari reati (spaccio, sfruttamento della prostituzione o di minori, caporalato, ecc), ma non dovrebbero essere reati molto diffusi tra chi lavora nelle famiglie .

IL MECCANISMO
Le istanze possono essere presentate dal primo giugno al 15 luglio, allo Sportello unico per l’immigrazione nel caso di cittadini extra Ue, all’Inps nel caso di cittadini italiani da regolarizzare. Due le possibilità. La prima prevede che a presentare la richiesta sia il datore di lavoro, o perché vuole concludere un contratto di lavoro subordinato ex novo, oppure «per dichiarare la sussistenza di un rapporto di lavoro irregolare, tuttora in corso, con cittadini italiani o cittadini stranieri», quindi autodenunciandosi (per aver dato lavoro senza contratto a persone prive di documenti nel caso di colf extra Ue, o in nero nel caso di lavoratori italiani): nell’istanza deve essere indicata la durata del contratto di lavoro e la retribuzione convenuta (non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo di lavoro di riferimento); il datore di lavoro paga 400 euro più un forfait per i contributi pregressi (ancora da definire) nel caso voglia regolarizzare una posizione finora in nero; gli organi preposti analizzeranno la pratica e, se ci sono i requisiti, concederanno il permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Nelle more della risposta (che potrebbe arrivare anche dopo mesi, viste le esperienze passate) è esplicitamente previsto che il migrante possa già lavorare.
Ma anche chi non ha già un datore di lavoro disponibile, può chiedere di uscire dalla clandestinità. In questo caso il migrante presenterà la domanda da solo presso la Questura (i requisiti restano gli stessi) e chiederà un permesso di lavoro temporaneo della durata di sei mesi finalizzato alla ricerca di un lavoro. Se riesce a trovarlo, il documento verrà poi trasformato in permesso di lavoro subordinato. A questo fine l’Anpal dovrebbe mettere a disposizione una piattaforma telematica per l’incrocio tra domande e offerte di lavoro. Giusto una considerazione: l’Anpal è lo stesso organismo che dovrebbe trovare lavoro ai percettori del reddito di cittadinanza, e finora i risultati sono stati decisamente scarsi.Il BONUS
Per colf e badanti che invece, alla data del 23 febbraio scorso, avevano già un contratto regolare come non conviventi per almeno 10 ore a settimana (anche complessive da parte di più datori di lavoro) arriva un bonus di 500 euro mensili per aprile e maggio. Il bonus è erogato dall’Inps in un’unica soluzione, previa domanda del lavoratore, nel limite di spesa complessivo 460 milioni per quest’anno. L’indennità non è cumulabile con altri sussidi (reddito di cittadinanza, rem, naspi, ecc) né con la pensione, salvo quella di invalidità.

Ultimo aggiornamento: 16 Maggio 2020

Finte articolo ilmessaggero.it
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Adiura Livorno

Cosa NON fare se cerchi una badante

L’Ingaggio

Ingaggiare la badante giusta comporta più risvolti di quanti si possa immaginare. Non solo non è un’azione che si possa improvvisare, anzi è un passaggio che implica un ingente dispendio di tempo. E il risultato di trovare un’assistente domiciliare e che convinca anche voi, oltre che il vostro caro, non è affatto sicuro. Inoltre, anche fare la badante è un impegno lavorativo non indifferente, che comporta sacrificio e dedizione per i lavori sociali. Il fai da te nella ricerca non aiuta affatto a saper riconoscere in anticipo una badante in grado di gestire i bisogni dell’assistito.

Passaparola tra conoscenti

Il 90% delle persone che si affidano al passaparola tra i propri conoscenti cambia mediamente  badanti dopo un mese, causando stress all’assistito ed ai familiari, poiché esse si rivelano tutte inadatte. Ecco i motivi principali:

  • badanti che si improvvisano tali e non hanno nessun tipo di competenza e credendo che basti avere tempo da investire nel “fare compagnia” al bisognoso per assolvere il loro compito.
  • apparentemente si accontentano, per poi lamentarsene in un secondo momento. Non conviene puntare al risparmio su una spesa importante come l’assistenza ad un vostro caro, poiché se la badante si rivelerà poco professionale a risentirne sarà principalmente lui.
  • non è detto che la badante che piace ai conoscenti, può piacere anche a noi. Ogni famiglia ha una situazione a se. Una badante vivace, per esempio, può essere tanto un toccasana per una particolare persona quanto un fastidio per un’altra.

 

Annunci su internet o bigliettini in farmacia

Chi cerca per la prima volta una badante, o la badante stessa che cerca lavoro, si risolve spesso a pubblicare annunci nelle rubriche “cerco-offro lavoro” su bigliettini in farmacia oppure su canali social. Apparentemente, c’è il vantaggio di ottenere un gran numero di candidature in breve tempo e con pochissima spesa. Vediamo però gli svantaggi:

  • una lunghissima serie di telefonate a cui rispondere e di appuntamenti da organizzare, dai quali emergeranno sicuramente varie candidature che si riveleranno inconcludenti
  • è facile che qualche appuntamento venga disertato senza nemmeno avvisare, peggiorandoti l’umore e facendoti perdere tempo
  • non c’è nessuna garanzia che si presentino solo badanti professionali ed esperte, anzi probabilmente molte rientreranno nella categoria delle amatoriali, con poca o nessuna esperienza, interessate solo ad un qualche compenso
  • la certezza di doversi sorbire una gran quantità di inutili chiacchiere preliminari, che anziché sulle esperienze della badante, si concentrano sui suoi problemi famigliari e parentali, sui suoi problemi di soldi o di salute

Chiedere in parrocchia

Può sembrare una brillante soluzione. Ma valutiamo bene quali possono essere i risvolti, vi faranno perdere molto tempo  o vi porteranno ad un ingaggio del quale potresti pentirti:

  • le candidate segnalate dalla parrocchia non sono pre-verificate dalla parrocchia stessa, quindi non vuol dire che il parroco fa una  pre-selezionare di badanti non è infatti il suo lavoro di competenza.
  • è umanamente comprensibile che la parrocchia operi le segnalazioni più in base alla simpatia che alle effettive competenze della candidata, o che addirittura pensi più ai bisogni della potenziale badante che del caro da assistere.

Passaparola tra badanti

Partendo da qualche badante che è già impegnata in altre famiglie, si può decidere di far partire il passaparola. Il rischio concreto è di rinunciare alla propria decisionalità, e di delegarla a una badante che senz’altro favorirà qualche amica, non scegliendola in base alla affidabilità ed esperienza della stessa, bensì in base alla simpatia o a un mero scambio di favori, in particolare tra persone della stessa comunità etnica. Subirete la scelta anziché farla, e la qualità del servizio non è decisamente assicurata.

Nell’ipotesi e nell’errata presunzione di aver trovato la badante giusta, vano aggiunte una serie di azioni da espletare:

  • Contrattazione su orari, mansioni, compensi, più la stesura di un piano di riposo in regola con la legge se la badante che cercate lavorerà a tempo pieno
  • Rinegoziazione di mansioni e compensi, cercando di non offrire troppo o troppo poco
  • Messa in regola della badante (pratiche connesse nell’evitare  contestazioni legali, fiscali, infortunistiche e vertenze, pena il pagamento di multe o risarcimenti salatissimi)

Concludendo: selezionare la badante giusta è un lavoro da professionisti.

Non affidatevi al caso e date l’incarico di ricerca a chi lo fa per mestiere. Insieme troveremo la giusta soluzione alle tue esigenze e spenderete la cifra giusta come previsto da contratto collettivo nazionale. Insieme si possono anche risolvere problematiche che naturalmente possono accadere lungo il percorso. Siamo esseri umani e non macchine. Assumere una badante non è come comprare un robot da cucina.

E’ più saggio rivolgersi alle migliori e più consolidate agenzie di ricerca e selezione di badanti e colf, capaci di togliervi di torno ogni seccatura, ogni spreco di tempo, ogni rischio legale, ogni delusione e ogni emergenza. Inclusa la sostituzione, temporanea o definitiva, di una badante con un’altra.

Adiura Livorno

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Ecco perché in Italia gli anziani sono più esposti al coronavirus.

Ormai i dati lo confermano, in Italia ci sono più decessi per coronavirus che in Germania e nel Nord Europa.

Il ruolo degli anziani nella nostra società rispetto a questi altri paesi è completamente diverso. Il virus infatti, in queste prime fasi, starebbe circolando in Germania più all’interno della popolazione giovane, che non in quella anziana e questo spiegherebbe perché, fino ad oggi ci siano queste macroscopiche differenze in termini di mortalità tra i due paesi. Ne sono convinti due ricercatori ed  economisti dell’Università di Bonn, Moritz Kuhn e Christian Bayer, ed in questi giorni, come tanti altri ricercatori in tutta Europa, stanno usando i social network per provare ad arricchire il dibattito pubblico con considerazioni di carattere scientifico in merito ai temi legati all’epidemia.

Quando il numero di persone contagiate aumentava nel resto dell’Europa  la mortalità era molto più bassa in Germania, ma anche in tutti i paesi scandinavi. In Italia al primo di Marzo una persona su 30 tra quelle infettate era deceduta. In Germania con quasi 4000 casi diagnosticati sono intorno a una su 500. In Scandinavia sono una su 800.

I ricercatori, hanno cominciato di discutere per capire cosa poteva essere il fattore che avrebbe potuto spiegare questo. Sono tutti e due economisti e d’accordo sul fatto che  Lombardia è una delle regioni più ricche di tutta l’Europa con un sistema sanitario forte come nei paesi del Nord. E anche il modo in cui è arrivato il virus è simile. Tramite contatti di lavoro con la Cina.

A un certo punto, hanno visto i numeri che,  Andreas Backhaus, un altro economista del Federal Institute for Population Research,  ha compilato sulla differenza di etá delle persone che hanno preso il virus. In Italia due persone su tre a cui è stato diagnosticata l’infezione da Covid-19 avevano più di 60 anni. In Germania lo erano una su 10. Partendo da questa constatazione, i ricercatori hanno provato a verificare l’organizzazione della società italiana e a cercare di capire le differenze con quelle del Nord Europa anche a livello di vita famigliare.

La prima cosa che hanno notato é che in Italia gli anziani sono maggiormente integrati nella vita dei più giovani e le dinamiche di scambio sono molto più presenti. La percentuale delle persone di etá media che vivono con un genitore nella stessa casa, per esempio, è molto piú bassa in Germania. Ancora di piú se guardi alla Scandinavia. Un altro esempio sono i bambini che tornano da soli a casa dopo scuola e non c’è bisogno della nonna o del nonno che li vanno a prendere. “Se gli anziani sono meno integrati tramite famiglie allargate è meno probabile che prendono il virus importato tramite contatti di lavoro” ha spiegato Bayer. I rapporti diradati coi genitori anziani permettono al virus di svilupparsi e di evitare il contagio.

“Non è un problema solo italiano” – continua Bayer – “Anche la Spagna ha un modello familiare che è simile, e anche lì muoiono molte persone che hanno preso il virus. Non abbiamo i numeri sull’anzianità delle persone infettate li, ma dalla mortalità è probabile che anche lì sono più anziani infettati rispetto al Nord dell’Europa”.

“Per noi – ha aggiunto – questo vuol dire tre cose. In primo luogo dal punto di vista Europeo, ci sono paesi che sono molto a rischio di trovarsi con una mortalità alta. In un certo senso paesi vulnerabili, come esistono le persone vulnerabile. La Polonia è un esempio che abbiamo identificato due giorni fa. Quando abbiamo fatto la ricerca c’erano pochi casi. Oggi ci sono due persone morte e solo 84 persone infette. In secondo luogo, dal punto di vista dei paesi del Nord. Dobbiamo prepararci di vedere molti più casi gravi quando il virus comincerà a circolare fra gli anziani. Infine per l’Italia. Quando questa onda di virus sarà passata non ci sarà subito un vaccino disponibile, dunque potrebbe esserci una seconda ondata. Per rendere più stabile il sistema sanitario sarà allora importante limitare il ruolo degli anziani nell’interazione quotidiana di famiglia anche se è dura”.

Spunti articolo Agi.it

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Adiura Livorno

Aumentano i rischi e pene più severe per badanti e colf a “nero”

Aumentano i problemi con le badanti in nero che rischiano la galera.

Con gli ultimi decreti di Marzo non vi è nessuna limitazione per chi svolge il lavoro di badante o baby sitter facendo parte delle attività essenziali.

Il Coronavirus per le badanti, colf e baby sitter che lavorano in nero diventa un rischio per l’autodenuncia negli spostamenti.

Con il sempre più crescente numero di controlli che vengono eseguiti nelle strade dalle forze dell’ordine, lavorare in nero sarà molto più difficile e pericoloso in quanto si rischia un’ammenda e perfino un’ammenda.

Sia che tu lavori in nero o in regola non cambia nulla, l’ultimo decreto del governo ha stabilito che chiunque si muove da casa per motivi lavorativi deve fornire l’autocertificazione indicando il luogo in cui dovrà svolgere la propria attività lavorativa.

Ecco perchè, nel caso di lavoratori domestici bisogna dimostrare di essere dei dipendenti o avere un contratto di lavoro in regola per potersi spostare.

Sono quasi 4 milioni i lavoratori che per il fisco sono dei “fantasmi” e che adesso rischiano veramente molto. Con il nuovo decreto tutte queste persone che non possono dimostrare con l’autocertificazione (se non mentendo) di muoversi per motivi di lavoro rischiano in base a gli articoli 495 483 del codice penale la reclusione fino a 6 anni.

Il principio è quello delle false dichiarazioni e dell’attentato alla salute pubblica se il soggetto in questione doveva rimanere in quarantena oltre a incorrere in sanzioni amministrative per il lavoro in nero.

Articolo e foto di adiura.com

Le nuove paghe colf, badanti 2020

A inizio Febbraio sono state sottoscritte tra le parti sociali le nuove retribuzioni colf badanti 2020. Abbiamo aggiornato il nostro programma e nell’articolo abbiamo pubblicato le tabelle con le nuove paghe per colf e badanti non conviventi e anche le tabelle con le paghe 2020 per le colf e le badanti conviventi.

Retribuzioni colf e badanti non conviventi 2020

 

Livello Paga Sindacale
DS 8,22
D 7,88
CS 6,83
C 6,48
BS 6,13
B 5,78
AS 5,45
A 4,62

 

Per il contratto di sostituzione riposi badanti le retribuzioni sono:

 

Livello Paga Sindacale
CS 7,35
DS 8,86

 

 

 

Livello Minimo Indennità di funzione Totale Complessivo
DS
1.215,53
171,18
1.386,71
D
1.157,65
171,18
1.328,83
CS
984,01
984,01
C 926,14
926,14
BS 868,24
868,24
B 810,36 810,36
AS
752,48
752,48
A 636,71
636,71
Tempo parziale C
671,43
671,43
Tempo parziale BS 607,78
607,78
Tempo parziale B
578,83
578,83
Assistenza notturna DS
1.397,89
1.397,89
Assistenza notturna CS
1.131,60
1.131,60
Assistenza notturna BS
998,47
998,47
Presenza notturna
668,54
668,54
Indennità
(valori giornalieri)
Totale indennità vitto e alloggio
Pranzo e/o colazione Cena Alloggio
1,96

1,96

1,69 5,61

Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro  COLF E BADANTI

I sindacati firmatari del Ccnl, presso il Ministero del Lavoro hanno definito gli importi delle nuove retribuzioni minime per colf e badanti. Nel 2020, presso il Ministero del lavoro, i sindacati di categoria hanno stabilito le nuove retribuzioni colf badanti 2020 sulla base dell’aumento del costo della vita calcolato dall’Istat.

Nel 2020 per colf e badanti conviventi le retribuzioni sono aumentate, anche se di poco, mentre per badanti e colf non conviventi l’aumento é stato applicato solo per livelli di inquadramento C, CS, D e DS. Il valore del vitto alloggio giornaliero invece é rimasto invariato a 5,61 €.

Il CCNL stesso stabilisce la necessità di tale aggiornamento:

Art. 37
(Variazione periodica dei minimi retributivi e dei valori convenzionali del vitto e dell’alloggio)
1. Le retribuzioni minime contrattuali e i valori convenzionali del vitto e dell’alloggio, determinati dal presente contratto, sono variati, da parte della Commissione nazionale per l’aggiornamento retributivo di cui all’art. 44, secondo le variazioni del costo della vita per le famiglie di impiegati ed operai rilevate dall’ISTAT al 30 novembre di ogni anno.
2. La Commissione verrà a tal fine convocata dai Ministero del Lavoro e Previdenza sociale, entro e non oltre il 20 dicembre di ciascun anno, in prima convocazione, e, nelle eventuali successive convocazioni, ogni 15 giorni. Dopo la terza convocazione, in caso di mancato accordo o di assenza delle parti, il Ministero del Lavoro e Previdenza sociale è delegato dalle Organizzazioni ed Associazioni stipulanti a determinare la variazione periodica della retribuzione minima, secondo quanto stabilito al comma 1, in misura pari all’80% della variazione del costo della vita per le famiglie di impiegati ed operai rilevate dall’ISTAT per quanto concerne le retribuzioni minime contrattuali e in misura pari al 100% per i valori convenzionali del vitto e dell’alloggio.
3. Le retribuzioni minime contrattuali ed i valori convenzionali del vitto e dell’alloggio, determinati ai sensi dei commi precedenti, hanno decorrenza dal 1º gennaio di ciascun anno, se non diversamente stabilito dalle Parti.

Al comma 3 il Ccnl specifica che la variazione é retroattiva avendo decorrenza dal 1° gennaio di ogni anno anche se le retribuzioni vengono comunicate solo nella seconda metà di gennaio.

Per l’assunzione di una colf o di una badante, ADIURA LIVORNO rimane a disposizione delle famiglie, per valutare insieme il livello contrattuale da inserire nel contratto di lavoro domestico. Rimangono sempre invariate le modalità di licenziamento ed il successivo calcolo dell’ultima busta paga, che nel caso si verifichi nei primi giorni di Gennaio, bisogna aspettare una quindicina di giorni.

Adiura Livorno

Foto by freepik.com

 

Coronavirus, regolarizzare colf, babysitter e badanti. Così si aiutano le famiglie

In parecchi, senza regolare contratto, per il timore dei controlli in questo periodo difficile non prestano più servizio

Integrazione riuscita

Provvedere solo ai lavoratori agricoli (fatto in sé utile e giusto) sarebbe iniquo. Iniquo per le persone dimenticate. Ingiusto per la famiglia italiana. La strage degli anziani nelle istituzioni con il Covid-19 sta facendo pensare di più alla casa come luogo di vita e protezione dell’anziano. Come farlo senza un congruo ausilio? Il sistema delle badanti (più di 450.000 regolari) è un’invenzione geniale della famiglia italiana per sostenere i fragili. È un caso d’integrazione riuscita, perché gestita in ambiente domestico. Far mancare ora le badanti agli anziani e ai disabili sarebbe un errore serio e socialmente discriminante. Regolarizzare colf, badanti e babysitter, porrebbe un freno al ritorno al loro paese, soprattutto in questo periodo. Si pensa, che alla riapertura delle frontiere, chiuse per coronavirus, migliaia di badanti torneranno ai loro paesi.
La regolarizzazione di queste lavoratrici darebbe respiro alla famiglia che si trova sotto stress dopo lunghe settimane d’isolamento. Sarebbe un grande aiuto nella fase di ripresa del lavoro e della vita sociale che, per ovvi motivi, sarà più complessa. Sono vitali le babysitter, considerando che le scuole sono chiuse. Come, del resto, le colf, quando le attività lavorative ricominciano. Se fossero possibili assunzioni regolari di lavoratrici di questo tipo, sarebbero tante, rivelatrici di una vera domanda.

La ricostruzione

La crisi del Covid-19 ha rivelato quanto la società italiana si sia impoverita di legami e ausili, e quanto necessiti di una rinnovata sensibilità sociale e umana. Sarebbe un torto non tenerne conto, proprio per non ricominciare a vivere e fare politica come ieri. Un nuovo slancio in uno spirito di «ricostruzione» è oggi possibile se la gente si sente serena, appoggiata nel proprio ambiente domestico. È, peraltro, giusto nei confronti di queste lavoratrici, in buona parte già integrate, anche se irregolari. Discriminarle sulla regolarizzazione rispetto ad altre categorie mostra poca sensibilità agli interessi della famiglia, dei bambini e degli anziani.
In questo periodo di lockdown, gli italiani si sono misurati in modo nuovo con l’ambiente familiare e le esigenze del quotidiano. Umanità e cultura degli italiani sono un poco cambiate. Li coinvolge molto meno lo spauracchio di un messaggio gridato contro l’«invasione» degli stranieri. Quale invasione, quando le frontiere sono chiuse?
Far emergere il sommerso dei lavoratori irregolari risponde a un bisogno di sicurezza anche sanitaria ed è un vantaggio per lo Stato che, regolarizzando 300.000 persone, incasserebbe, tra l’altro, un miliardo e mezzo di euro.

 

Articolo da corrieredellasera.it

di Andrea Riccardi