Coronavirus e lavoro domestico

Coronavirus: colf e badante come comportarsi

L’emergenza coronavirus crea paura anche per il lavoro domestico (colf e badante). Le aziende hanno adottato lo smart working, nel caso di lavori come colf e badante, le preoccupazioni sono diverse, si perché questi lavoratori hanno paura di ammalarsi a stare vicino ad una persona anziana,  perché non vogliono avere contatti con le persone, l’esatto contrario dello smart working. Con l’ultimo bollettino ufficiale della Protezione civile in Italia, anche quest’aspetto sta creando problemi. Cosa è possibile fare in questi casi?

Coronavirus: obbligo del datore di lavoro

In questo fattore temporale la retribuzione viene elargita al lavoratore.

Il fattore temporale può coincidere, appunto come un periodo di quarantena di 15 giorni. Nel caso non si riesca ad arrivare ad un accordo, allora è possibile ricorrere al licenziamento per giusta causa.

Il datore di lavoro deve avvisare il lavoratore colf o badante dei rischi sul posto di lavoro, ad esempio se qualcuno si ammala per contagio da coronavirus, il lavoratore deve essere avvisato dei pericoli che corre.

Nel caso in cui, invece, il datore non avverte una situazione di rischio ma la colf o la badante decidono di assentarsi comunque dal lavoro per paura, è possibile ricorrere al licenziamento per giusta causa.

Resta nell’aria un rischio per il datore di lavoro: se non dovesse informare il collaboratore domestico dei rischi esistenti nell’ambiente di lavoro e, per esempio, la colf dovesse rimanere contagiata da coronavirus, sarebbe molto probabile che la lavoratrice avesse tutte le carte in regola per presentare una causa di lavoro.

Fonte leggepertutti.it

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