Assistito in vacanza. Cosa spetta agli assistenti familiari.

Colf, badanti e babysitter devono seguire il datore in vacanza?

Vediamo insieme quando e come la badante deve seguire l’assistito.

Lavoratore a ore o non convivente: l’eventualità di seguire il datore di lavoro in trasferta deve essere espressamente prevista nella lettera di assunzione. Nel caso in cui non sia specificato, il lavoratore può legittimamente rifiutarsi e il suo rifiuto non costituisce un valido motivo di licenziamento.

Lavoratore convivente: è probabile che durante il rapporto di lavoro, il datore di lavoro chieda alla badante di seguirlo anche in altri comuni o in residenze secondarie, per villeggiatura o per altri motivi. In questo caso il lavoratore convivente ha l’obbligo di seguire il proprio datore o la persona di cui si prende cura durante le trasferte (per esempio alla seconda casa al mare o in montagna). Questa condizione deve essere specificata nella lettera di assunzione del lavoratore convivente.

Se l’obbligo di trasferta non è stato previsto nel contratto di assunzione, al lavoratore verrà corrisposta per tutti i giorni della trasferta, in base al livello di inquadramento, una diaria giornaliera che varia, in base al CCNL applicato, dal 10% al 20%, oltre alla normale retribuzione.

In qualsiasi delle due ipotesi, il datore di lavoro dovrà avvertire la colf o badante con qualche giorno di anticipo della data di partenza, specialmente se il soggiorno sarà in un altro comune. Inoltre, al lavoratore dovranno essere rimborsate anche le spese di viaggio e di trasporto degli effetti personali, ma solo nel caso in cui il datore di lavoro non provveda a farsi carico sin dalla partenza.

Infine, si ricorda che anche durante la trasferta, al lavoratore spetta il riposo settimanale.

Fonte articolo badanticolfonline.it

Adiuira Livorno 24 Luglio 2020