Iniziano i test su badanti e lavoratori immigrati

Contagi di rientro, più test su badanti ai lavoratori immigrati

Li chiamano contagi di rientro. Perché non c’è solo il rischio di focolai autoctoni, “nazionali”, ma anche quelli provocati da stranieri, spesso lavoratori che stanno rientrando in Italia anche in vista della riapertura dei voli verso l’Unione europea a partire dal 1 luglio. I timori sono legati al ridotto controllo del coronavirus in colossi demografici come gli Stati Uniti, la Russia o l’India. Il pericolo di contagi dall’estero è esemplificato dall’ultimo focolaio a Fiumicino, vicino a Roma, originato da un cittadino del Bangladesh tornato dal proprio Paese. In Veneto intanto si punta a fare tamponi alle badanti che arrivano al di fuori dell’Europa.

Il rientro dei lavoratori dall’estero

«È necessario aumentare i controlli sui voli internazionali, nelle ultime settimane abbiamo avuto troppi casi dal Bangladesh», così l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato. Nella Asl Roma 3 prosegue infatti l’indagine epidemiologica per il focolaio a Fiumicino che conta 4 nuovi casi collegati: si tratta di un dipendente del ristorante Indispensa, due conviventi del dipendente del Bangladesh e un cliente intercettato al drive-in di Casal Bernocchi dove sono stati eseguiti oltre 1.300 tamponi per l’indagine epidemiologica. Anche nella Asl Roma 2 si è registrato un caso positivo di rientro dal Bangladesh. E anche in questo caso sono state attivate le procedure di contact tracing internazionale. Il rischio deriva anche dal fatto che il Paese, vicino all’India, al momento è tra i più colpiti dal Covid e con una situazione fuori controllo. A questo si aggiunge il fatto che la quarantena obbligatoria spesso non viene seguita dai lavoratori che rientrano in Italia dal loro Paese scatenando il rischio di nuovi focolai a partire dalle famiglie dove il contagio è più facile.

Tamponi per le badanti extra Ue

Test gratuiti per le badanti che rientrano in Italia dai paesi extra Ue e che riprendono il loro servizio nelle famiglie in Veneto. L’iniziativa è del presidente del Veneto, Luca Zaia che ha sottolineato che per usufruire del servizio bisognerà rivolgersi al sistema sanitario regionale, a partire dai medici di base. «È una maniera per proteggere gli anziani e i loro familiari», ha detto Zaia, spiegando che «i tamponi verranno fatti in tempo reale». «Non c’è’ l’obbligatorietà, ma la raccomandazione di sottoporsi ad un tampone, gratuito», ha precisato l’assessore alla Sanità del Veneto, Manuela Lanzarin, rilevando che «è pensabile, è ottimale, che le badanti accolgano l’invito a tutela dei loro assistiti che per la maggior parte sono anziani o persone con disabilità. Chiediamo la loro massima partecipazione, ma anche il supporto dei familiari assistiti». I test potranno essere richiesti alle strutture sanitarie venete, ai medici di medicina generale e i distretti sanitari. Nel Veneto si stima vi siano circa 90 mila badanti, provenienti per la maggior parte da paesi dell’est Europa come Moldavia, Romania e Ucraina.

Fonte articolo ilsole24.it

Foto da pixabay.com