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Terapie contro l’Alzheimer

Le terapie utilizzate per aiutare il paziente affetto da Alzheimer

La prima domanda che ci si pone se si ha un familiare malato è se sia possibile curare l’Alzheimer? Purtroppo ad oggi non esiste nessuna cura che permetta di guarire la malattia d’Alzheimer o di arrestarne la progressione. Tuttavia esistono diverse terapie che servono a mantenere più a lungo l’autonomia del paziente e ciò ha un effetto positivo su tutta la famiglia. È comunque difficile fare dei pronostici, visto che la malattia evolve in modo diverso da un paziente all’altro.
Esistono due tipi di terapie per curare la malattia d’Alzheimer: la terapia con i medicamenti e quella senza. È utile combinare le due tenendo conto dello stato particolare del malato.

Cure con medicamenti

I medicamenti attualmente disponibili permettono di attenuare gli effetti della malattia. Frenano la distruzione delle sostanze chimiche che veicolano le informazioni da una cellula cerebrale all’altra. La cura può rallentare in maniera sensibile il deterioramento delle facoltà intellettuali e ciò permette di mantenere più a lungo l’autonomia delle persone colpite. I sintomi sono meno apparenti e la qualità di vita dei malati e dei familiari è migliore. Più presto vengono presi i medicamenti più risultano efficaci. Gli scienziati lavorano alacremente allo sviluppo di nuove cure che agiscano direttamente sulle cause della malattia e che potrebbero quindi guarirla o prevenirla.

  • Inibitori di acetilcolin-esterasi

Fra i trattamenti farmacologici i più usati sono gli inibitori di acetilcolin-esterasi, ovvero farmaci capaci di inibire la distruzione di acetilcolina. Tale trattamento risulta efficace in alcuni pazienti quale cura sintomatica, anche se solo temporanea, in quanto tende a migliorare il livello cognitivo, la memoria e la concentrazione.

  • Estrogeni

La somministrazione di estrogeno in pazienti di sesso femminile pare efficace nel migliorare lo stato cognitivo, la memoria, l’attenzione. Il miglioramento peraltro viene meno alla sospensione del farmaco. Da alcune ricerche epidemiologiche risulta che le donne che in menopausa hanno fatto cure ormonali (estrogeni) paiono meno soggette a contrarre l’Alzheimer.

  • Farmaci antiinfiammatori

Le persone che soffrono di artrite reumatoide paiono meno soggette a contrarre l’Alzheimer. Poiché tali pazienti vengono trattati a lungo con farmaci antiinfiammatori, si sospetta che questi possano giocare un ruolo nella prevenzione e nella cura della demenza.

Cure senza medicamenti

Le persone colpite da demenza soffrono per la perdita delle loro competenze. Si ritrovano spesso in situazioni imbarazzanti che ricordano loro la malattia. Le terapie senza medicamenti diminuiscono il rischio d’isolamento, contribuiscono a salvaguardare la stima che il paziente ha di sé e l’aiutano ad organizzare il suo quotidiano. Queste terapie devono essere utilizzate solo se il malato ne prova piacere.

  • Allenare la memoria per una migliore gestione del quotidiano

L’allenamento della memoria si rivolge soprattutto ai malati che sono ancora relativamente indipendenti e che non necessitano che di un aiuto puntuale. Questo allenamento deve essere fornito da professionisti specialmente formati e mira ad aiutare il paziente a gestire il suo quotidiano autonomamente, il più a lungo possibile.

  • Incontri individuali o in coppia

È in particolare allo stadio iniziale della malattia che gli incontri individuali o in coppia con uno specialista possono aiutare a gestire meglio una situazione apparentemente senza uscita. A volte, i malati o i loro familiari hanno più facilità a parlare delle loro sensazioni con uno specialista, non per mancanza di fiducia nei confronti del familiare, ma piuttosto per timore di ferire la sensibilità delle persone che li circondano.

Terapia a domicilio

  • Organizzazione della vita quotidiana a casa

Oltre alle terapie senza medicamenti proposte dagli specialisti, la terapia a domicilio, cioè l’organizzazione del quotidiano per e con il malato colpito da Alzheimer, riveste una grande importanza. Non si tratta di trovargli delle occupazioni ad ogni costo, ma di coinvolgere il paziente nello svolgimento normale della giornata. Questo dovrebbe però essere lo stesso tutti i giorni, detto in altro modo: dovrebbe rispettare la stessa struttura.

  • Attività sportive e conviviali

L’esercizio di un’attività in comune non deve essere fine a se stesso, ma deve innanzitutto essere un piacere. La sensibilità e la capacità di essere felici nei malati colpiti da demenza rimangono a lungo intatte. Cantare, fare ginnastica o passeggiare, se possibile in compagnia di persone che già conoscono, è sicuramente fonte di benessere per loro. Per le persone colpite da demenza è fondamentale essere con altre persone.

  • La passeggiata

Uno degli stadi della demenza è caratterizzato dal bisogno che il paziente ha di muoversi senza tregua. È il periodo in cui è utile iniziare a fare delle passeggiate regolari con lui. Si tratta di uno dei compiti che amici o conoscenti possono assumesi, affinché il curante abbia un po’ di tempo per se stesso.

  • Il gioco

Il gioco è un’attività senza scopo, dove la ragione d’essere è il gioco in sé. A molte persone colpite da demenza piace giocare. Vecchi giochi di società – tavola a mulino, gioco dell’oca, giochi di carte, i dadi, gli scacchi – si prestano particolarmente e risvegliano dei ricordi. Il gioco è uno stimolo che permette di comunicare con il malato.

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Adiura Livorno 26 Giugno 2020