Badanti e lavoro nero. A chi conviene e chi rischia.

Badante in nero: cosa si rischia?

Quali sono i rischi per chi assume una badante in nero?

Continuamente ci vengono poste specifiche domande, sui rischi, favorendo il lavoro nero, a cui la famiglia potrebbe incorrere  sia in ambito penale che economico. in questo articolo proveremo a rispondervi e chiarire ogni dubbio.

Le conseguenze spiacevoli di assumere una badante in nero sono concrete e molto spiacevoli per tutte le parti coinvolte, quindi anche per il lavoratore, e vanno comprese con attenzione in modo che l’educazione alla corretta erogazione del rapporto di lavoro sia sempre favorita, come consigliamo sempre ai nostri clienti. Naturalmente in ogni famiglia troviamo situazioni ed esigenze diverse.

Cominciamo innanzitutto col definire cosa viene considerato “lavoro irregolare”, il cosiddetto lavoro in nero o sommerso, secondo la legge italiana e quali sanzioni si rischiano.

Si definisce lavoro nero la pratica di impiegare personale subordinato senza che via sia un’assunzione reale e senza che questa venga comunicata al Centro per l’Impiego e, di conseguenza, a organi come INPS e INAIL.

Non si tratta semplicemente di un comportamento scorretto: al contrario, questo tipo di azione è ritenuta illegale e si configura come sanzionabile da un punto di vista amministrativo e penale.

Sanzioni per chi assume una badante in nero?

La legge italiana colpisce duramente chiunque operi in modo da favorire il lavoro nero. Più specificamente, nel caso in cui l’INPS non riceva comunicazione chiara e puntuale della presenza di un rapporto di lavoro, il datore di lavoro potrà essere sanzionato con multe variabili tra i 200 e i 500 euro.

Tuttavia, i rischi di assumere una badante in nero non finiscono qui. La mancata regolarizzazione del rapporto di lavoro con l’assistente familiare comporta anche una sanzione per la mancata iscrizione all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) che, in questo caso, sarà quantificata in un importo oscillante tra i 1500 e i 2000 euro.

A questa cifra andranno aggiunte 150 euro per ogni giorno di lavoro in nero svolto dalla badante, nonché l’ammontare del contributo previdenziale mai versato nelle casse dello Stato, che sarà calcolato con un tasso fisso su base annuale.

Finora abbiamo parlato delle sanzioni amministrative (multe), per chi assume una badante in nero. Tuttavia, questo tipo di comportamento presenta anche rischiose ripercussioni a livello penale. Se, per esempio, la badante non è soltanto irregolarmente assunta ma non dispone del permesso di soggiorno (nel caso di professionisti assistenziali di nazionalità extracomunitaria), per il datore di lavoro si palesa addirittura il rischio di reclusione da tre a dodici mesi e un’ulteriore sanzione di 5 mila euro.

Vediamo i rischi per la badante assunta in nero?

Dal momento che una badante in nero è considerata parte debole, e dunque lesa, nel rapporto di lavoro, in linea generale non rischia alcuna sanzione. Ma attenzione, esistono tuttavia delle eccezioni nel caso in cui il lavoratore risulti disoccupato, a prescindere che percepisca o meno un sussidio di disoccupazione, e venga scoperto a lavorare in modo irregolare (non correttamente contrattualizzato).

Questo significa che se la badante ha presentato all’INPS o a un Centro per l’Impiego il proprio status di disoccupata ma, contestualmente, lavora in nero, commetterà il reato di Falso Ideologico per il quale è prevista anche una pena detentiva fino ai due anni. È importante ricordare che tale principio si applica anche se il lavoratore non percepisce alcuna indennità di disoccupazione.

Nel caso in cui il sussidio di disoccupazione venga invece percepito e la badante venga comunque scoperta a lavorare in nero, rischierà una contestazione relativa alla violazione dell’articolo 316-ter del Codice Penale, che identifica la percezione di erogazioni indebite ai danni dello Stato. In questo caso, il rischio sarà di reclusione dai sei mesi ai quattro anni e di una sanzione amministrativa dai 5.164 ai 25.822 euro (se la somma indebitamente percepita è inferiore ai 4000 euro. Diversamente, la multa non potrà comunque mai superare il triplo dell’importo percepito dal lavoratore in nero).

Come è facile intuire, del lavoro in nero non beneficia e non conviene assolutamente a nessuno e quello che potrebbe sembrare un risparmio economico si riverbera in realtà in una serie di rischi particolarmente alti sia per il datore di lavoro che per la badante.

Non soltanto assumere una badante in nero è dunque un comportamento scorretto che dovrà essere progressivamente “disimparato” fino ad essere totalmente eliminato, ma operare secondo le garanzie di legge rappresenta un dovere e un diritto di tutti.

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Adiura Livorno, 30 Ottobre 2021