Ecco perchè affidarsi ad Adiura Livorno

Il Nostro Lavoro

Cercare una badante o una colf affidandosi ad un’agenzia rende tutto più semplice. L’esperienza nel gestire il personale fa risparmiare tempo alla famiglia, riduce notevolmente il rischio di non trovare la persona giusta per il proprio caro in un tempo ragionevole, facendo entrare nella propria casa estranei ogni due o tre giorni per poi ritrovarsi punto e a capo. L’agenzia, a differenza di una famiglia non è emotivamente condizionata nella scelta. Probabilmente la badante che lavora con un’agenzia, è già stata in altre famiglie a fare lo stesso lavoro (quindi non è presumibilmente una persona che il giorno prima faceva altro), l’agenzia inoltre, ha tutto l’interesse di trovare la persona più idonea in base alle esigenze ed ai servizi richiesti. Noi di Adiura Livorno lavoriamo con etica e professionalità, manteniamo alta la qualità del servizio che offriamo, grazie all’esperienza e la continua ricerca di personale qualificato nel settore assistenziale.
Prima di inserire una badante verifichiamo tutte le regolarità della posizione di quest’ultima, cosa che per  una famiglia non è facile da fare. Valutiamo, a seconda del cliente, la badante che può essere accettata e qualificata per quel tipo di lavoro specifico che non è sempre lo stesso. La persona da assistere può avere una patologia piuttosto che un’altra, e parte del nostro lavoro e cercare la badante che ha già avuto esperienza con quella determinata patologia e scartare quelle invece, che non hanno avuto esperienza a riguardo. Quando ci viene chiesto il servizio di ricerca, chiediamo ai familiari di parlarci il più possibile della loro situazione familiare e a volte dettagli che sembrano poco importanti per la famiglia fanno la differenza. Conoscere bene la situazione del nostro assistito ci fa capire meglio quale badante può essere idonea. Ne consegue un gran risparmio di tempo e stress sia per l’assistito che per la famiglia, e la badante con altissime probabilità accetterà meglio il lavoro offerto, evitando sorprese che potrebbero non farle rifiutare il lavoro dopo alcuni giorni.

Affidati ad Adiura Livorno

La persona assunta sarà più tranquilla e padrona del suo lavoro, e in qualche caso anche del vostro caro e della vostra casa. Noi di Adiura Livorno, saremo sempre presenti durante tutta la durata del rapporto di lavoro, quindi, qualora nascesse qualche incomprensione, saremo a vostra disposizione per consigliarvi la soluzione migliore. Tanti altri sono i vantaggi che avrai se ti affidi a noi per la ricerca e selezione di un’assistente per i tuoi cari:
  • supporto e aiuto nello svolgimento di pratiche burocratiche, come per esempio contratti di assunzione, calcolo stipendio, contributi inps ecc.
  • ottimo rapporto qualità-prezzo
  • assistenza continua e illimitata
  • valutazione da parte di professionisti del settore
  • personale qualificato e preparato che risulta affidabile e maggiormente sicuro
  • cambio badante
  • mod. 730
  • Isee
  • disoccupazione
  • successioni

Questi e tanti altri servizi possiamo offrirti nella nostra sede di Livorno. Vienici a trovare per un preventivo. Ti aspettiamo.

Livorno, 30 Maggio 2020

Adiura Livorno

 

 

Sanatoria per 200 mila tra badanti e colf.

Colf e badanti, via alla sanatoria dal primo giugno per 200 mila

Le stime parlano di circa duecentomila colf e badanti che potrebbero essere coinvolti nella sanatoria appena varata dal governo. Il lavoro domestico è uno dei settori che, insieme a quello agricolo allevamento e pesca, potrà usufruire della nuova norma. Una notizia ben accolta da tutte le organizzazioni di categoria. L’ultima sanatoria fatta nel settore, nel 2012, mise in regola trecentomila persone. Non tutta la platea dei domestici attualmente in Italia con contratti irregolari o permessi scaduti, potrà però beneficiare della possibilità. Come per i braccianti ci sono alcuni requisiti indispensabili.

LA PRESENZA
Farà da spartiacque il fatto di riuscire a dimostrare che si stava già in Italia prima dell’8 marzo scorso, ovvero prima del lockdown. Due sono le prove ammesse: i «rilievi fotodattiloscopici», in pratica il migrante deve essere già transitato in passato per gli uffici delle forze dell’ordine dove lo hanno identificato con prelievo delle impronte digitali; la «dichiarazione di presenza, resa ai sensi della legge 28 maggio 2007, n. 68», che poi è la dichiarazione di ingresso in Italia per visite, affari, turismo e studio rilasciata all’autorità di frontiera o al questore della provincia in cui si arriva. Chi non ce l’ha, è fuori.
Non solo. La norma prevede che non bisogna aver lasciato l’Italia dopo l’8 marzo. Sono ammessi anche i cittadini stranieri con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019, non rinnovato o convertito in altro titolo di soggiorno. Sono esclusi i migranti che si sono macchiati di particolari reati (spaccio, sfruttamento della prostituzione o di minori, caporalato, ecc), ma non dovrebbero essere reati molto diffusi tra chi lavora nelle famiglie .

IL MECCANISMO
Le istanze possono essere presentate dal primo giugno al 15 luglio, allo Sportello unico per l’immigrazione nel caso di cittadini extra Ue, all’Inps nel caso di cittadini italiani da regolarizzare. Due le possibilità. La prima prevede che a presentare la richiesta sia il datore di lavoro, o perché vuole concludere un contratto di lavoro subordinato ex novo, oppure «per dichiarare la sussistenza di un rapporto di lavoro irregolare, tuttora in corso, con cittadini italiani o cittadini stranieri», quindi autodenunciandosi (per aver dato lavoro senza contratto a persone prive di documenti nel caso di colf extra Ue, o in nero nel caso di lavoratori italiani): nell’istanza deve essere indicata la durata del contratto di lavoro e la retribuzione convenuta (non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo di lavoro di riferimento); il datore di lavoro paga 400 euro più un forfait per i contributi pregressi (ancora da definire) nel caso voglia regolarizzare una posizione finora in nero; gli organi preposti analizzeranno la pratica e, se ci sono i requisiti, concederanno il permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Nelle more della risposta (che potrebbe arrivare anche dopo mesi, viste le esperienze passate) è esplicitamente previsto che il migrante possa già lavorare.
Ma anche chi non ha già un datore di lavoro disponibile, può chiedere di uscire dalla clandestinità. In questo caso il migrante presenterà la domanda da solo presso la Questura (i requisiti restano gli stessi) e chiederà un permesso di lavoro temporaneo della durata di sei mesi finalizzato alla ricerca di un lavoro. Se riesce a trovarlo, il documento verrà poi trasformato in permesso di lavoro subordinato. A questo fine l’Anpal dovrebbe mettere a disposizione una piattaforma telematica per l’incrocio tra domande e offerte di lavoro. Giusto una considerazione: l’Anpal è lo stesso organismo che dovrebbe trovare lavoro ai percettori del reddito di cittadinanza, e finora i risultati sono stati decisamente scarsi.Il BONUS
Per colf e badanti che invece, alla data del 23 febbraio scorso, avevano già un contratto regolare come non conviventi per almeno 10 ore a settimana (anche complessive da parte di più datori di lavoro) arriva un bonus di 500 euro mensili per aprile e maggio. Il bonus è erogato dall’Inps in un’unica soluzione, previa domanda del lavoratore, nel limite di spesa complessivo 460 milioni per quest’anno. L’indennità non è cumulabile con altri sussidi (reddito di cittadinanza, rem, naspi, ecc) né con la pensione, salvo quella di invalidità.

Ultimo aggiornamento: 16 Maggio 2020

Finte articolo ilmessaggero.it
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Cosa NON fare se cerchi una badante

L’Ingaggio

Ingaggiare la badante giusta comporta più risvolti di quanti si possa immaginare. Non solo non è un’azione che si possa improvvisare, anzi è un passaggio che implica un ingente dispendio di tempo. E il risultato di trovare un’assistente domiciliare e che convinca anche voi, oltre che il vostro caro, non è affatto sicuro. Inoltre, anche fare la badante è un impegno lavorativo non indifferente, che comporta sacrificio e dedizione per i lavori sociali. Il fai da te nella ricerca non aiuta affatto a saper riconoscere in anticipo una badante in grado di gestire i bisogni dell’assistito.

Passaparola tra conoscenti

Il 90% delle persone che si affidano al passaparola tra i propri conoscenti cambia mediamente  badanti dopo un mese, causando stress all’assistito ed ai familiari, poiché esse si rivelano tutte inadatte. Ecco i motivi principali:

  • badanti che si improvvisano tali e non hanno nessun tipo di competenza e credendo che basti avere tempo da investire nel “fare compagnia” al bisognoso per assolvere il loro compito.
  • apparentemente si accontentano, per poi lamentarsene in un secondo momento. Non conviene puntare al risparmio su una spesa importante come l’assistenza ad un vostro caro, poiché se la badante si rivelerà poco professionale a risentirne sarà principalmente lui.
  • non è detto che la badante che piace ai conoscenti, può piacere anche a noi. Ogni famiglia ha una situazione a se. Una badante vivace, per esempio, può essere tanto un toccasana per una particolare persona quanto un fastidio per un’altra.

 

Annunci su internet o bigliettini in farmacia

Chi cerca per la prima volta una badante, o la badante stessa che cerca lavoro, si risolve spesso a pubblicare annunci nelle rubriche “cerco-offro lavoro” su bigliettini in farmacia oppure su canali social. Apparentemente, c’è il vantaggio di ottenere un gran numero di candidature in breve tempo e con pochissima spesa. Vediamo però gli svantaggi:

  • una lunghissima serie di telefonate a cui rispondere e di appuntamenti da organizzare, dai quali emergeranno sicuramente varie candidature che si riveleranno inconcludenti
  • è facile che qualche appuntamento venga disertato senza nemmeno avvisare, peggiorandoti l’umore e facendoti perdere tempo
  • non c’è nessuna garanzia che si presentino solo badanti professionali ed esperte, anzi probabilmente molte rientreranno nella categoria delle amatoriali, con poca o nessuna esperienza, interessate solo ad un qualche compenso
  • la certezza di doversi sorbire una gran quantità di inutili chiacchiere preliminari, che anziché sulle esperienze della badante, si concentrano sui suoi problemi famigliari e parentali, sui suoi problemi di soldi o di salute

Chiedere in parrocchia

Può sembrare una brillante soluzione. Ma valutiamo bene quali possono essere i risvolti, vi faranno perdere molto tempo  o vi porteranno ad un ingaggio del quale potresti pentirti:

  • le candidate segnalate dalla parrocchia non sono pre-verificate dalla parrocchia stessa, quindi non vuol dire che il parroco fa una  pre-selezionare di badanti non è infatti il suo lavoro di competenza.
  • è umanamente comprensibile che la parrocchia operi le segnalazioni più in base alla simpatia che alle effettive competenze della candidata, o che addirittura pensi più ai bisogni della potenziale badante che del caro da assistere.

Passaparola tra badanti

Partendo da qualche badante che è già impegnata in altre famiglie, si può decidere di far partire il passaparola. Il rischio concreto è di rinunciare alla propria decisionalità, e di delegarla a una badante che senz’altro favorirà qualche amica, non scegliendola in base alla affidabilità ed esperienza della stessa, bensì in base alla simpatia o a un mero scambio di favori, in particolare tra persone della stessa comunità etnica. Subirete la scelta anziché farla, e la qualità del servizio non è decisamente assicurata.

Nell’ipotesi e nell’errata presunzione di aver trovato la badante giusta, vano aggiunte una serie di azioni da espletare:

  • Contrattazione su orari, mansioni, compensi, più la stesura di un piano di riposo in regola con la legge se la badante che cercate lavorerà a tempo pieno
  • Rinegoziazione di mansioni e compensi, cercando di non offrire troppo o troppo poco
  • Messa in regola della badante (pratiche connesse nell’evitare  contestazioni legali, fiscali, infortunistiche e vertenze, pena il pagamento di multe o risarcimenti salatissimi)

Concludendo: selezionare la badante giusta è un lavoro da professionisti.

Non affidatevi al caso e date l’incarico di ricerca a chi lo fa per mestiere. Insieme troveremo la giusta soluzione alle tue esigenze e spenderete la cifra giusta come previsto da contratto collettivo nazionale. Insieme si possono anche risolvere problematiche che naturalmente possono accadere lungo il percorso. Siamo esseri umani e non macchine. Assumere una badante non è come comprare un robot da cucina.

E’ più saggio rivolgersi alle migliori e più consolidate agenzie di ricerca e selezione di badanti e colf, capaci di togliervi di torno ogni seccatura, ogni spreco di tempo, ogni rischio legale, ogni delusione e ogni emergenza. Inclusa la sostituzione, temporanea o definitiva, di una badante con un’altra.

Adiura Livorno

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Ecco perché in Italia gli anziani sono più esposti al coronavirus.

Ormai i dati lo confermano, in Italia ci sono più decessi per coronavirus che in Germania e nel Nord Europa.

Il ruolo degli anziani nella nostra società rispetto a questi altri paesi è completamente diverso. Il virus infatti, in queste prime fasi, starebbe circolando in Germania più all’interno della popolazione giovane, che non in quella anziana e questo spiegherebbe perché, fino ad oggi ci siano queste macroscopiche differenze in termini di mortalità tra i due paesi. Ne sono convinti due ricercatori ed  economisti dell’Università di Bonn, Moritz Kuhn e Christian Bayer, ed in questi giorni, come tanti altri ricercatori in tutta Europa, stanno usando i social network per provare ad arricchire il dibattito pubblico con considerazioni di carattere scientifico in merito ai temi legati all’epidemia.

Quando il numero di persone contagiate aumentava nel resto dell’Europa  la mortalità era molto più bassa in Germania, ma anche in tutti i paesi scandinavi. In Italia al primo di Marzo una persona su 30 tra quelle infettate era deceduta. In Germania con quasi 4000 casi diagnosticati sono intorno a una su 500. In Scandinavia sono una su 800.

I ricercatori, hanno cominciato di discutere per capire cosa poteva essere il fattore che avrebbe potuto spiegare questo. Sono tutti e due economisti e d’accordo sul fatto che  Lombardia è una delle regioni più ricche di tutta l’Europa con un sistema sanitario forte come nei paesi del Nord. E anche il modo in cui è arrivato il virus è simile. Tramite contatti di lavoro con la Cina.

A un certo punto, hanno visto i numeri che,  Andreas Backhaus, un altro economista del Federal Institute for Population Research,  ha compilato sulla differenza di etá delle persone che hanno preso il virus. In Italia due persone su tre a cui è stato diagnosticata l’infezione da Covid-19 avevano più di 60 anni. In Germania lo erano una su 10. Partendo da questa constatazione, i ricercatori hanno provato a verificare l’organizzazione della società italiana e a cercare di capire le differenze con quelle del Nord Europa anche a livello di vita famigliare.

La prima cosa che hanno notato é che in Italia gli anziani sono maggiormente integrati nella vita dei più giovani e le dinamiche di scambio sono molto più presenti. La percentuale delle persone di etá media che vivono con un genitore nella stessa casa, per esempio, è molto piú bassa in Germania. Ancora di piú se guardi alla Scandinavia. Un altro esempio sono i bambini che tornano da soli a casa dopo scuola e non c’è bisogno della nonna o del nonno che li vanno a prendere. “Se gli anziani sono meno integrati tramite famiglie allargate è meno probabile che prendono il virus importato tramite contatti di lavoro” ha spiegato Bayer. I rapporti diradati coi genitori anziani permettono al virus di svilupparsi e di evitare il contagio.

“Non è un problema solo italiano” – continua Bayer – “Anche la Spagna ha un modello familiare che è simile, e anche lì muoiono molte persone che hanno preso il virus. Non abbiamo i numeri sull’anzianità delle persone infettate li, ma dalla mortalità è probabile che anche lì sono più anziani infettati rispetto al Nord dell’Europa”.

“Per noi – ha aggiunto – questo vuol dire tre cose. In primo luogo dal punto di vista Europeo, ci sono paesi che sono molto a rischio di trovarsi con una mortalità alta. In un certo senso paesi vulnerabili, come esistono le persone vulnerabile. La Polonia è un esempio che abbiamo identificato due giorni fa. Quando abbiamo fatto la ricerca c’erano pochi casi. Oggi ci sono due persone morte e solo 84 persone infette. In secondo luogo, dal punto di vista dei paesi del Nord. Dobbiamo prepararci di vedere molti più casi gravi quando il virus comincerà a circolare fra gli anziani. Infine per l’Italia. Quando questa onda di virus sarà passata non ci sarà subito un vaccino disponibile, dunque potrebbe esserci una seconda ondata. Per rendere più stabile il sistema sanitario sarà allora importante limitare il ruolo degli anziani nell’interazione quotidiana di famiglia anche se è dura”.

Spunti articolo Agi.it

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Adiura Livorno

Aumentano i rischi e pene più severe per badanti e colf a “nero”

Aumentano i problemi con le badanti in nero che rischiano la galera.

Con gli ultimi decreti di Marzo non vi è nessuna limitazione per chi svolge il lavoro di badante o baby sitter facendo parte delle attività essenziali.

Il Coronavirus per le badanti, colf e baby sitter che lavorano in nero diventa un rischio per l’autodenuncia negli spostamenti.

Con il sempre più crescente numero di controlli che vengono eseguiti nelle strade dalle forze dell’ordine, lavorare in nero sarà molto più difficile e pericoloso in quanto si rischia un’ammenda e perfino un’ammenda.

Sia che tu lavori in nero o in regola non cambia nulla, l’ultimo decreto del governo ha stabilito che chiunque si muove da casa per motivi lavorativi deve fornire l’autocertificazione indicando il luogo in cui dovrà svolgere la propria attività lavorativa.

Ecco perchè, nel caso di lavoratori domestici bisogna dimostrare di essere dei dipendenti o avere un contratto di lavoro in regola per potersi spostare.

Sono quasi 4 milioni i lavoratori che per il fisco sono dei “fantasmi” e che adesso rischiano veramente molto. Con il nuovo decreto tutte queste persone che non possono dimostrare con l’autocertificazione (se non mentendo) di muoversi per motivi di lavoro rischiano in base a gli articoli 495 483 del codice penale la reclusione fino a 6 anni.

Il principio è quello delle false dichiarazioni e dell’attentato alla salute pubblica se il soggetto in questione doveva rimanere in quarantena oltre a incorrere in sanzioni amministrative per il lavoro in nero.

Articolo e foto di adiura.com