Badante a nero i rischi

Green pass e lavoro domestico.

Green pass colf e badanti: regole e come funziona

Per colf, badanti e baby sitter il green pass diventa obbligatorio dal 15 ottobre con il nuovo Decreto Legge del governo n.127/2021 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 settembre.

Il nuovo testo stabilisce quali sono le regole e come funziona per tutti i collaboratori domestici, lavoratori pubblici e privati.

Con l’obbligo di green pass per il lavoro domestico viene anche stabilito cosa rischia chi non rispetta la norma dal 15 ottobre, le sanzioni dunque, e a chi spettano i controlli.

L’obbligo di green pass per colf e badanti arriva dopo l’appello di Assindatcolf, Associazione nazionale datori di lavoro domestico, che rappresenta quindi le famiglie, che ha chiesto un intervento legislativo per chiarire regole e procedure di controllo per le categorie dell’assistenza domiciliare.

Vediamo allora nel dettaglio quali sono tutte le regole per il green pass di colf e badanti.

Green pass colf e badanti: chi controlla

L’obbligo di green pass per colf e badanti ha come conseguenza la verifica dello stesso. Ma chi controlla? Come funziona il green pass per colf e badanti lo stabilisce il decreto del governo ma rimane qualche dubbio da sciogliere. Attualmente il decreto stabilisce che sono i datori di lavoro, nel pubblico come anche nel privato, “a definire le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche”.

Per i collaboratori domestici, colf, badanti e baby sitter, quindi, spetterebbe chiaramente al datore di lavoro che spesso non corrisponde con la persona assistita e che solitamente non vive con la stessa. Potrebbero esserci dunque dei chiari problemi organizzativi per i controlli del green pass, ma una volta verificato, non si può pretendere che il familiare (datore di lavoro), a volte anche fuori città, possa giornalmente effettuare il controllo.

Le associazioni di categoria infatti ritengono che questo aspetto debba essere chiarito, ma si dovrebbe intervenire con aggiunte e/o  modifiche al Decreto e non pensiamo, considerando la provvisorietà, venga fatto. Vi sono poi altri problemi, come anche gli esperti del settore evidenziano, da non sottovalutare:

  • che molte colf e badanti lavorano in nero;
  • che molte colf e badanti si sono vaccinate in estate nei loro Paesi di origine e molte con Sputnik, vaccino russo non riconosciuto in Europa e che per questo non dà diritto al green pass;
  • l’impossibilità per molte colf e badanti di vaccinarsi in Italia.

Cosa fare se la badante o la colf non vuole vaccinarsi

A stabilire cosa rischia la badante senza green pass, come anche la colf o la baby sitter, è sempre il decreto del governo che estende anche a questa categoria di lavoratori quanti disposto per il settore privato all’articolo 3.

Il decreto infatti equipara la mancata esibizione del green pass all’assenza ingiustificata e dal quinto giorno determina la sospensione dello stipendio per un numero massimo di giorno, dipendentemente dal tipo di contratto. Per chi va al lavoro senza green pass scatta la multa che va dai 600 ai 1.500 euro. In quanto assente ingiustificato perché non in possesso del green pass il lavoratore non può prestare servizio, ma rimane il problema che se la badante e in regime di convivenza, ha il diritto di restare in quella casa seguendo i tempi e le procedure previste per l’allontanamento o il licenziamento giustificato ma non riconducibile alla mancata vaccinazione. Non è previsto da nessuna Legge il licenziamento per mancata vaccinazione.

Colf e badanti sono equiparate con il nuovo decreto ai lavoratori privati pertanto il datore di lavoro, la famiglia, può considerare assente ingiustificato chi risulta inadempiente, sospenderlo quindi e sostituirlo.

L’obbligo vaccinale sarebbe stato di gran lunga di più facile applicazione per il settore, come lo è stato per i non sanitari delle Rsa. Ora c’è tempo fino al 15 ottobre per mettersi in regola, motivo per cui molte badanti potrebbero sottoporsi alla vaccinazione così da non rischiare lo stipendio e il posto di lavoro. Rimane sempre, previsto per legge, l’alternativa tampone che a parere di molti esperti risulterebbe più sicuro ai fini della contagiosità della malattia.

Adiura Livorno 29 Settembre 2021.