Invecchiare 6 regole d’oro da seguire

La vecchiaia non guarda in faccia nessuno ed è inevitabile, ma basta adottare queste buone abitudini quotidiane per evitare che il tempo che passa faccia (troppi) danni. Ecco le 6 regole d’oro da seguire.

Pensare positivo

Oltre all’esercizio fisico e all’alimentazione, anche un atteggiamento positivo può aiutare a invecchiare bene. In altre parole, si è quello che si pensa di essere e la conferma arriva da uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association dove si è visto che gli anziani che pensano all’età come a un mezzo per diventare più saggi e avere una maggior soddisfazione generale hanno oltre il 40% di probabilità in più di riprendersi da una disabilità rispetto invece a coloro che vedono la vecchiaia come sinonimo d’incapacità (di fare qualcosa) o inutilità.

Mangiare bene

L’alimentazione gioca un ruolo-chiave nel modo in cui l’organismo invecchia, ecco perché dev’essere bilanciata, con abbondanza di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre, ed equilibrata, ovvero senza pericolose abbuffate che possono essere causa di problemi cardiovascolari e diabete di tipo 2. E un salutare esempio è senz’altro rappresentato dalla dieta mediterranea che, come spiega una ricerca apparsa sull’Annals of Internal Medicine, aiuta a invecchiare meglio, tenendo a distanza infarto, ictus e morte prematura. Non solo, i cibi ricchi di acidi grassi Omega-3 aiutano la pelle a produrre gli oli essenziali di cui ha bisogno per proteggersi e a sembrare quindi più giovane. «Al contrario, gli alimenti zuccherati o pieni di carboidrati e grassi possono accelerare il processo d’invecchiamento – avverte il dottor Jeffrey Benabio del Kaiser Permanente Primary Care – quindi meglio stare alla larga da patatine, bevande gassate e pane bianco e preferire, piuttosto, cereali integrali e dolcificanti naturali».

Fare esercizio fisico

Restare attivi è fondamentale per invecchiare bene, perché col passare degli anni la massa muscolare diminuisce rapidamente. «In media la donna perde il 23% di muscolatura fra i 30 e i 70 anni – sottolinea Fabio Comana, specialista in nutrizione sportiva alla National Academy of Sports Medicine – quindi l’esercizio fisico, e in particolare quello basato sulla resistenza, può aumentare la massa e la forza muscolare anche fino ai 90 anni». E come ha scoperto uno studio uscito sulla rivista Frontiers in Aging Neuroscience, restare in forma ha conseguenze positive anche sul cervello, perché l’esercizio rafforza l’ippocampo, l’area cerebrale associata all’apprendimento, riducendo così la perdita di memoria causata dall’età.

Essere «social»

Amici e parenti possono aiutare a vivere più a lungo. Una ricerca pubblicata sulla rivista PLoS Medicine ha infatti mostrato la correlazione fra relazioni interpersonali e rischio di mortalità, evidenziando come le persone che hanno forti interazioni sociali abbiano il 50% di probabilità in più di vivere più a lungo rispetto a quelle con un minor numero di legami.

Proteggersi dal sole

Anche se i raggi UV attivano la produzione di vitamina D, che è essenziale per la salute delle ossa, ciò non significa che ci si debba esporre ad essi in maniera sconsiderata e senza protezione solare, perché oltre alle rughe, in questo modo il rischio cancro diventa elevatissimo. In realtà, la maggioranza delle persone riceve la giusta dose di vitamina D, ma chi pensa di esserne carente può provare a integrarla con salmone o uova, tuorlo compreso.

Dormire

Il cosiddetto “sonno di bellezza” ha una validità scientifica, perché durante il riposo l’organismo rilascia un ormone che aiuta a ripristinare collagene ed elastina, componenti essenziali per una pelle giovane e sana. Non a caso l’americana National Sleep Foundation raccomanda di dormire fra le 7 e le 9 ore a notte. Non bastasse, alcuni studi hanno evidenziato una correlazione fra l’insonnia e un rischio maggiore di obesità, malattie cardiache e diabete, mentre altri hanno invece sottolineato un legame fra la mancanza cronica di sonno e un’accelerazione nel processo d’invecchiamento del cervello.

 

Articolo di Simona Marchetti (Corriere della sera)

foto pixabay.com

 

 

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