Green pass e lavoro domestico.

Green pass colf e badanti: regole e come funziona

Per colf, badanti e baby sitter il green pass diventa obbligatorio dal 15 ottobre con il nuovo Decreto Legge del governo n.127/2021 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 settembre.

Il nuovo testo stabilisce quali sono le regole e come funziona per tutti i collaboratori domestici, lavoratori pubblici e privati.

Con l’obbligo di green pass per il lavoro domestico viene anche stabilito cosa rischia chi non rispetta la norma dal 15 ottobre, le sanzioni dunque, e a chi spettano i controlli.

L’obbligo di green pass per colf e badanti arriva dopo l’appello di Assindatcolf, Associazione nazionale datori di lavoro domestico, che rappresenta quindi le famiglie, che ha chiesto un intervento legislativo per chiarire regole e procedure di controllo per le categorie dell’assistenza domiciliare.

Vediamo allora nel dettaglio quali sono tutte le regole per il green pass di colf e badanti.

Green pass colf e badanti: chi controlla

L’obbligo di green pass per colf e badanti ha come conseguenza la verifica dello stesso. Ma chi controlla? Come funziona il green pass per colf e badanti lo stabilisce il decreto del governo ma rimane qualche dubbio da sciogliere. Attualmente il decreto stabilisce che sono i datori di lavoro, nel pubblico come anche nel privato, “a definire le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche”.

Per i collaboratori domestici, colf, badanti e baby sitter, quindi, spetterebbe chiaramente al datore di lavoro che spesso non corrisponde con la persona assistita e che solitamente non vive con la stessa. Potrebbero esserci dunque dei chiari problemi organizzativi per i controlli del green pass, ma una volta verificato, non si può pretendere che il familiare (datore di lavoro), a volte anche fuori città, possa giornalmente effettuare il controllo.

Le associazioni di categoria infatti ritengono che questo aspetto debba essere chiarito, ma si dovrebbe intervenire con aggiunte e/o  modifiche al Decreto e non pensiamo, considerando la provvisorietà, venga fatto. Vi sono poi altri problemi, come anche gli esperti del settore evidenziano, da non sottovalutare:

  • che molte colf e badanti lavorano in nero;
  • che molte colf e badanti si sono vaccinate in estate nei loro Paesi di origine e molte con Sputnik, vaccino russo non riconosciuto in Europa e che per questo non dà diritto al green pass;
  • l’impossibilità per molte colf e badanti di vaccinarsi in Italia.

Cosa fare se la badante o la colf non vuole vaccinarsi

A stabilire cosa rischia la badante senza green pass, come anche la colf o la baby sitter, è sempre il decreto del governo che estende anche a questa categoria di lavoratori quanti disposto per il settore privato all’articolo 3.

Il decreto infatti equipara la mancata esibizione del green pass all’assenza ingiustificata e dal quinto giorno determina la sospensione dello stipendio per un numero massimo di giorno, dipendentemente dal tipo di contratto. Per chi va al lavoro senza green pass scatta la multa che va dai 600 ai 1.500 euro. In quanto assente ingiustificato perché non in possesso del green pass il lavoratore non può prestare servizio, ma rimane il problema che se la badante e in regime di convivenza, ha il diritto di restare in quella casa seguendo i tempi e le procedure previste per l’allontanamento o il licenziamento giustificato ma non riconducibile alla mancata vaccinazione. Non è previsto da nessuna Legge il licenziamento per mancata vaccinazione.

Colf e badanti sono equiparate con il nuovo decreto ai lavoratori privati pertanto il datore di lavoro, la famiglia, può considerare assente ingiustificato chi risulta inadempiente, sospenderlo quindi e sostituirlo.

L’obbligo vaccinale sarebbe stato di gran lunga di più facile applicazione per il settore, come lo è stato per i non sanitari delle Rsa. Ora c’è tempo fino al 15 ottobre per mettersi in regola, motivo per cui molte badanti potrebbero sottoporsi alla vaccinazione così da non rischiare lo stipendio e il posto di lavoro. Rimane sempre, previsto per legge, l’alternativa tampone che a parere di molti esperti risulterebbe più sicuro ai fini della contagiosità della malattia.

Adiura Livorno 29 Settembre 2021.

Prevenzione e cura dalle piaghe da decubito.

Adiura Livorno è alla continua ricerca di soluzione che possano migliorare la qualità di vita dei nostri anziani. Oltre che con l’assistenza domiciliare, ormai affermata e apprezzata anche nel comune di Livorno e provincia grazie a professionalità e serietà che ci contraddistingue, cerchiamo prodotti di qualità da consigliare, chiedendo ai laboratori sconti dedicati ai nostri clienti. Andiamo adesso nel vivo dell’articolo e Vi auguriamo una buona lettura.

COS’È LA LESIONE DA PRESSIONE?

La lesione da pressione (piaga da decubito) è un danno della pelle; all’inizio si presenta come un arrossamento poi può formarsi una bolla e una ferita. In alcuni casi la lesione può arrivare fino al muscolo e all’osso.

PERCHÉ SI FORMA LA LESIONE DA PRESSIONE?

La lesione si può formare nelle zone del corpo che restano schiacciate a lungo, per esempio quando una persona deve restare distesa o seduta per tanto tempo nella stessa posizione.
In questi punti del corpo i vasi sanguigni rimangono schiacciati a lungo e quindi il sangue non circola. È importante prevenire la comparsa della lesione, perché è molto dolorosa ed è difficile guarire.

CHI SONO LE PERSONE A RISCHIO?

Le persone ferme a letto, o sedute per lungo tempo, rischiano di sviluppare lesioni da pressione. Il rischio aumenta se la persona:

  • fa fatica a mangiare e a bere;
  • ha la pelle umida o rovinata a causa del contatto prolungato con urine, feci o sudore;
  • ha la pelle insensibile al caldo o al freddo e non sente il bisogno di cambiare posizione;
  • ha febbre, diabete, malattie neurologiche, polmonari, cardiache;
  • è obesa o è dimagrita molto negli ultimi 3 mesi;
  • ha già una lesione da pressione o l’ha avuta in passato.

IN QUALI PUNTI DEL CORPO SI PUÒ SVILUPPARE UNA LESIONE DA PRESSIONE?

I principali punti sono: l’osso sacro, i talloni, le ossa del bacino ed altre.

COSA FARE PER EVITARE LA COMPARSA DELLA LESIONE?

Per evitare l’insorgere di lesioni basta osservare queste semplici indicazioni:

Igiene personale

  • Controlli se nei punti a rischio la pelle è arrossata.
  • Mantenga la pelle sempre pulita utilizzando acqua tiepida e sapone neutro.
  • Asciughi delicatamente la pelle tamponando con un panno morbido .
  • Non usi il talco perché secca la pelle.
  • Protegga la pelle dal contatto con urine e feci; controlli lo stato della pelle ogni 3 o 4 ore e sostituisca i pannoloni sporchi e bagnati quando l’indicatore di assorbenza cambia colore (questo significa che il pannolone non assorbe più).

Movimento a letto

  • Gli spostamenti devono essere fatti utilizzando un telino o un lenzuolo piegato a metà e poi tolto, evitando così il trascinamento sul letto.
  • Metta un cuscino sotto le gambe per tenere sollevati i talloni.
  • Mantenga la posizione seduta per breve tempo, è preferibile la posizione semi seduta.

Movimento in poltrona/carrozzina

  • Appoggi bene i piedi su una superficie, ad esempio sul pavimento, poggiapiedi della carrozzina, sgabello.
  • Faccia piccoli movimenti ogni 15/30 minuti.

Alimentazione

  • La dieta deve essere varia con proteine (uova, carne, pesce, legumi, formaggi), vitamine (frutta e verdure), e carboidrati (pasta, pane, riso).
  • In caso di scarso appetito, mangi pasti in piccole quantità più volte al giorno.
  • Beva almeno 1 litro al giorno di liquidi (acqua, tè, caffè, succhi di frutta) soprattutto in caso di febbre, diarrea o importante sudorazione.
  • Se necessario consulti il medico per organizzare la dieta migliore.

PRESIDI ANTIDECUBITO.

I presidi antidecubito sono strumenti che aiutano a prevenire le lesioni come ad esempio i materassi e i cuscini. In caso di bisogno, il Servizio Infermieristico del Distretto fornirà i presidi da usare a casa e gli infermieri le insegneranno come utilizzarli. Nelle prime fasi possono essere di notevole ausilio creme e pomate ad effetto barriera (come CR1 PP1) da applicare dopo preventiva pulizia della zona interessata con detergenti delicati come ad esempio HY1 e AS1. Se si sviluppano lesioni da pressione e ha bisogno di aiuto, si rivolga al suo medico di famiglia o del servizio infermieristico distrettuale.

NOTA

Nel caso deciderai di provare uno dei prodotti fisioderma, inserire al momento dell’acquisto il codice ADIURA15 per usufruire del 15% di sconto. Quale migliore occasione!

Le informazioni contenute NON sostituiscono il rapporto medico/infermiere paziente.
Fonte: “Lesioni da pressione: prevenzione e trattamento, Linee Guida Regione FVG”, AA.VV. Trabona R, Agnoletto AP, Bertola D, Fregonese F, Papa G, Prezza M, Vallan M, 2013

Fonte articolo Laboratorio Fisioderma

Adiura Livorno 19 Settembre 2021

Come rinforzare il sistema immunitario.

PRENDITI CURA DEL TUO BENESSERE E RAFFORZA IL TUO SISTEMA IMMUNITARIO

La natura, se solo sappiamo ascoltarla, ci offre aiuto e supporto in tutte le stagioni. Durante i periodi di stress è particolarmente importante prestare attenzione al proprio corpo, ai propri sentimenti e alle proprie abitudini. Durante i cambi di stagione in particolare, ma soprattutto in autunno, le giornate si accorciano e si fanno più fredde, anche i raggi di sole non scaldano più come prima. La natura si sta calmando e si prepara al riposo. Quindi, è fondamentale che anche noi seguiamo la natura, ci orientiamo verso noi stessi e iniziamo a raccogliere l’energia necessaria.

È importante fermarsi e disconnettersi dalla frenesia quotidiana. Percepire quando il corpo è stanco e teso, quando ha bisogno di riposo e quando ha bisogno di carezze. È fondamentale essere in contatto con il corpo ogni giorno, prendersi un momento per se stessi e ascoltare i propri sentimenti. Tutto ciò ripristina la nostra forza e il nostro benessere. Questo rende anche più facile preservare la chiarezza di pensiero e ci impedisce di collassare sotto il potere distruttivo dello stress. Questo processo porta ad un indebolimento del nostro sistema immunitario, e ci porta ad essere vulnerabili a virus e batteri. Se vuoi approfondire l’argomento ti consiglio di dare un occhiata a questo libro ben recensito su Amazon dove troverai l’argomento ben descritto.

Le tecniche di rilassamento e il massaggio sono metodi che consentono al nostro corpo di calmarsi e di riprendersi dallo stress quotidiano. Quando facciamo un massaggio chiudiamo gli occhi, ascoltiamo il respiro del nostro corpo, ci rilassiamo e ci calmiamo. A poco a poco anche le nostre tensioni iniziano a sciogliersi. Oltre al relax il massaggio ha molti altri effetti benefici, perché migliora la circolazione sanguigna, aiuta a fornire ossigeno alle cellule, accelera il sistema linfatico, migliora l’umore, riduce lo stress, allevia il dolore e migliora il sonno. Tutto questo è importantissimo anche per il nostro sistema immunitario che è più vulnerabile nella parte più fredda dell’anno.

Sempre più ricerche dimostrano che concedersi un massaggio regolarmente aiuta a rinforzare le difese immunitarie. Alcuni esperti ritengono nientemeno che un massaggio a settimana fatto regolarmente possa sostituire addirittura il 90 percento dei farmaci più utilizzati. Durante il massaggio infatti aumenta il numero di globuli bianchi nel corpo che fungono come scudo per il sistema immunitario e in contemporanea si riduce il livello dell’ormone dello stress – il cortisolo. L’abbassamento del livello di cortisolo influisce sull’innalzamento del livello di serotonina la quale è parte fondamentale di uno dei meccanismi analgesici nel corpo.

Noi di Adiura Livorno, offriamo a domicilio una casta gamma di massaggi con l’olio  che contiene una miscela speciale di oli essenziali i quali aiutano ulteriormente a rafforzare il sistema immunitario, rilassarsi e avvolgere il corpo in un caldo abbraccio. Gli oli essenziali naturali sono sostanze pure e altamente concentrate che possono aiutare il nostro corpo a combattere virus e batteri. In sé racchiudono tutta la forza vitale e l’energia delle piante, aumentano la frequenza del nostro corpo e quindi aiutano il sistema immunitario a svolgere il suo lavoro più facilmente.

Dicono che l’autunno è come una seconda primavera, quando ogni foglia è un fiore, per questo cogli questa opportunità e aiuta il tuo corpo per prepararsi al meglio alla stagione più fredda.

Adiura Livorno 20 Luglio 2021

Foto by freepik.com

Terapie contro l’Alzheimer

Le terapie utilizzate per aiutare il paziente affetto da Alzheimer

La prima domanda che ci si pone se si ha un familiare malato è se sia possibile curare l’Alzheimer? Purtroppo ad oggi non esiste nessuna cura che permetta di guarire la malattia d’Alzheimer o di arrestarne la progressione. Tuttavia esistono diverse terapie che servono a mantenere più a lungo l’autonomia del paziente e ciò ha un effetto positivo su tutta la famiglia. È comunque difficile fare dei pronostici, visto che la malattia evolve in modo diverso da un paziente all’altro.
Esistono due tipi di terapie per curare la malattia d’Alzheimer: la terapia con i medicamenti e quella senza. È utile combinare le due tenendo conto dello stato particolare del malato.

Cure con medicamenti

I medicamenti attualmente disponibili permettono di attenuare gli effetti della malattia. Frenano la distruzione delle sostanze chimiche che veicolano le informazioni da una cellula cerebrale all’altra. La cura può rallentare in maniera sensibile il deterioramento delle facoltà intellettuali e ciò permette di mantenere più a lungo l’autonomia delle persone colpite. I sintomi sono meno apparenti e la qualità di vita dei malati e dei familiari è migliore. Più presto vengono presi i medicamenti più risultano efficaci. Gli scienziati lavorano alacremente allo sviluppo di nuove cure che agiscano direttamente sulle cause della malattia e che potrebbero quindi guarirla o prevenirla.

  • Inibitori di acetilcolin-esterasi

Fra i trattamenti farmacologici i più usati sono gli inibitori di acetilcolin-esterasi, ovvero farmaci capaci di inibire la distruzione di acetilcolina. Tale trattamento risulta efficace in alcuni pazienti quale cura sintomatica, anche se solo temporanea, in quanto tende a migliorare il livello cognitivo, la memoria e la concentrazione.

  • Estrogeni

La somministrazione di estrogeno in pazienti di sesso femminile pare efficace nel migliorare lo stato cognitivo, la memoria, l’attenzione. Il miglioramento peraltro viene meno alla sospensione del farmaco. Da alcune ricerche epidemiologiche risulta che le donne che in menopausa hanno fatto cure ormonali (estrogeni) paiono meno soggette a contrarre l’Alzheimer.

  • Farmaci antiinfiammatori

Le persone che soffrono di artrite reumatoide paiono meno soggette a contrarre l’Alzheimer. Poiché tali pazienti vengono trattati a lungo con farmaci antiinfiammatori, si sospetta che questi possano giocare un ruolo nella prevenzione e nella cura della demenza.

Cure senza medicamenti

Le persone colpite da demenza soffrono per la perdita delle loro competenze. Si ritrovano spesso in situazioni imbarazzanti che ricordano loro la malattia. Le terapie senza medicamenti diminuiscono il rischio d’isolamento, contribuiscono a salvaguardare la stima che il paziente ha di sé e l’aiutano ad organizzare il suo quotidiano. Queste terapie devono essere utilizzate solo se il malato ne prova piacere.

  • Allenare la memoria per una migliore gestione del quotidiano

L’allenamento della memoria si rivolge soprattutto ai malati che sono ancora relativamente indipendenti e che non necessitano che di un aiuto puntuale. Questo allenamento deve essere fornito da professionisti specialmente formati e mira ad aiutare il paziente a gestire il suo quotidiano autonomamente, il più a lungo possibile.

  • Incontri individuali o in coppia

È in particolare allo stadio iniziale della malattia che gli incontri individuali o in coppia con uno specialista possono aiutare a gestire meglio una situazione apparentemente senza uscita. A volte, i malati o i loro familiari hanno più facilità a parlare delle loro sensazioni con uno specialista, non per mancanza di fiducia nei confronti del familiare, ma piuttosto per timore di ferire la sensibilità delle persone che li circondano.

Terapia a domicilio

  • Organizzazione della vita quotidiana a casa

Oltre alle terapie senza medicamenti proposte dagli specialisti, la terapia a domicilio, cioè l’organizzazione del quotidiano per e con il malato colpito da Alzheimer, riveste una grande importanza. Non si tratta di trovargli delle occupazioni ad ogni costo, ma di coinvolgere il paziente nello svolgimento normale della giornata. Questo dovrebbe però essere lo stesso tutti i giorni, detto in altro modo: dovrebbe rispettare la stessa struttura.

  • Attività sportive e conviviali

L’esercizio di un’attività in comune non deve essere fine a se stesso, ma deve innanzitutto essere un piacere. La sensibilità e la capacità di essere felici nei malati colpiti da demenza rimangono a lungo intatte. Cantare, fare ginnastica o passeggiare, se possibile in compagnia di persone che già conoscono, è sicuramente fonte di benessere per loro. Per le persone colpite da demenza è fondamentale essere con altre persone.

  • La passeggiata

Uno degli stadi della demenza è caratterizzato dal bisogno che il paziente ha di muoversi senza tregua. È il periodo in cui è utile iniziare a fare delle passeggiate regolari con lui. Si tratta di uno dei compiti che amici o conoscenti possono assumesi, affinché il curante abbia un po’ di tempo per se stesso.

  • Il gioco

Il gioco è un’attività senza scopo, dove la ragione d’essere è il gioco in sé. A molte persone colpite da demenza piace giocare. Vecchi giochi di società – tavola a mulino, gioco dell’oca, giochi di carte, i dadi, gli scacchi – si prestano particolarmente e risvegliano dei ricordi. Il gioco è uno stimolo che permette di comunicare con il malato.

pernonsentirsisoli.org

Adiura Livorno 26 Giugno 2020

 

    Assistenza anziani. Detrazione spese.

    Spese per l’assistenza dei non autosufficienti

     È una detrazione, si recupera il 19% della spesa sostenuta per i servizi di assistenza dei non autosufficienti, per una spesa massima di 2.100 euro. Dal 2020 sono detraibili solo le spese sostenute con mezzi di pagamento tracciabile, non sono ammessi i contanti. 

    Ecco di cosa dai bisogno

    • Fattura o ricevuta rilasciata dal soggetto che ha erogato la prestazione attestante che si tratta di assistenza a persone non autosufficienti.
    • Certificazione medica attestante lo stato di non autosufficienza.

    i destinatari della detrazione

    • La detrazione spetta nei casi di non autosufficienza e per le spese sostenute per l’assistente familiare (c.d. Badanti). Sono considerati non autosufficienti nel compimento degli atti della vita quotidiana le persone che necessitano di una sorveglianza continua o sono incapaci di svolgere almeno una delle seguenti attività:
      • assunzione di alimenti;
      • espletamento delle funzioni fisiologiche e dell’igiene personale;
      • deambulazione;
      • indossare gli indumenti.
    • Deve derivare da una patologia e deve risultare da certificazione medica.
    • Per poter beneficiare della detrazione il reddito complessivo di chi la richiede non deve superare i 40.000 euro annui. La detrazione spetta a chi ha sostenuto la spesa o al titolare del contratto di assunzione del personale addetto all’assistenza. Di conseguenza, la spesa può essere detratta dal soggetto non autosufficiente o in alternativa da un suo familiare anche se non lo dichiara a proprio carico fiscalmente e non è convivente.
    • Se più familiari hanno sostenuto spese per assistenza riferite allo stesso familiare, il limite massimo di 2.100 euro dovrà essere ripartito tra coloro che hanno sostenuto la spesa. Il limite deve essere sempre considerato con riferimento al singolo contribuente a prescindere dal numero di soggetti cui si riferisce l’assistenza.
    • La documentazione che certifica il sostenimento della spesa deve contenere gli estremi anagrafici e il codice fiscale sia di chi effettua il pagamento sia di chi effettua l’assistenza. Se la spesa è sostenuta a favore di un familiare, nella ricevuta devono essere indicati anche gli estremi anagrafici e il codice fiscale di quest’ultimo.

    Casi particolari

    La detrazione spetta anche se le prestazioni di assistenza sono rese da una casa di cura o di riposo, da parte di una cooperativa di servizi o di un’agenzia interinale.

    Έ fondamentale che la documentazione rilasciata dalla casa di riposo certifichi distintamente gli importi riferiti all’assistenza rispetto a quelli riferibili ad altre prestazioni fornite dall’istituto ospitante.

    In caso di utilizzo di agenzie interinali, la documentazione deve riportare anche la qualifica contrattuale del lavoratore.

    La detrazione non spetta per le spese sostenute per i lavoratori domestici (colf) che hanno un inquadramento contrattuale diverso dagli addetti all’assistenza personale. Allo stesso modo, non sono detraibili i contributi previdenziali che sono deducibili dal reddito.

    Per qualsiasi chiarimento o dubbio  Adiura Livorno è a vostra disposizione ricordando che siamo anche CAF.

    Detrazione contributi Colf Badanti 2021

    Deducibilità dei contributi previdenziali per i lavoratori domestici e badanti a carico del datore di lavoro, maggiorazione per le persone non autosufficienti. Ecco le regole:

     

    I contributi previdenziali ed assistenziali versati  dai datori di lavoro per

    • addetti ai servizi domestici come: colf, autisti, giardinieri, etc.
    • addetti all’assistenza personale o familiare come baby-sitter, badanti, assistenti delle persone anziane, etc.

    sono deducibili, e non detraibili,  nella dichiarazione dei redditi, al netto della quota contributiva a carico del collaboratore domestico.

    Prima di andare avanti vediamo di fare chiarezza sulla differenza tra deducibilità e detraibilità,  nella dichiarazione dei redditi o 730:

    • le spese deducibili vengono sottratte  dal  reddito lordo, prima di calcolare le tasse;
    • le spese detraibili  si sottraggono dall’imposta da versare  calcolata sul reddito imponibile (solitamente non si detrae il 100%  ma  una  percentuale del 19% per le principali tipologie)

    Se quindi il contribuente ha sostenuto spese sia deducibili che detraibili, prima di tutto  vengono  sottratte le spese deducibili. Poi sull’imposta lorda sarà sottratta  una percentuale delle spese detraibili .

    In riferimento come nel caso nostro, ai contributi per lavoro domestico, sono deducibili  dal reddito le somme effettivamente versate nell’anno precedente fino ad un importo massimo di euro 1.549,37 annui, e solo relativamente alla  parte a carico  del datore di lavoro.

    Si applica il principio di cassa, cioè non si tiene conto della competenza dei trimestri (vanno considerati ad esempio  sia l’ importo versato il 10 gennaio 2019 di competenza  IV trimestre 2018,  che  i successivi versamenti del 10 aprile, 10 luglio e 10 ottobre 2019 per i primi tre trimestri 2019 .

    L’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 7/E del 27 aprile 2018 ai fini della deducibilità, ha dichiarato che è necessario essere in possesso delle ricevute di pagamento complete della parte informativa sul rapporto di lavoro domestico (datore di lavoro, lavoratore, ore trimestrali, retribuzione oraria effettiva, importo complessivo, etc.), intestati all’INPS ed eseguiti con c/c postale e/o PagoPA (pagamento mediante avviso).

    Per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi  il datore di lavoro (o l’intermediario incaricato) deve indicare i contributi versati nel Rigo E23 (contributi per gli addetti ai servizi domestici e familiari)  del modello.

    Non possono essere indicate le spese sostenute nel 2020 che nello stesso anno sono state rimborsate dal datore di lavoro in sostituzione delle retribuzioni premiali e indicate nella sezione “Rimborsi di beni e servizi non soggetti a tassazione – art. 51 Tuir” (punti da 701 a 706) della Certificazione Unica con il codice onere 3.

    Rigo E24

    ATTENZIONE L’unico autorizzato alla deduzione dei contributi previdenziali e assistenziali è il datore di lavoro, anche se utilizza un conto corrente non intestato a lui ovvero se il pagamento effettivamente viene fatto da terzi.  L’Agenzia delle entrate ha fornito recentemente,  nella risoluzione n. 278/2019,  questo chiarimento  a un contribuente che chiedeva se poteva dedurre gli importi pur avendo pagato i contributi per la badante della suocera  dal conto corrente di quest’ultima e non dal proprio.  La risposta è stata appunto positiva.

    Riepilogo della documentazione da controllare e conservare

    Tipologia  Documenti
    Contributi previdenziali ed assistenziali versati
    per collaboratori domestici/familiari
    – Ricevute di pagamento complete della parte informativa sul rapporto di lavoro domestico (ore trimestrali, retribuzione oraria effettiva, ecc.), effettuati dal contribuente intestati all’INPS, ed eseguiti con c/c postale e/o PagoPA (pagamento mediante avviso) nel 2020

    – Per le cooperative di servizi e le agenzie interinali la fattura deve contenere: il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento, i dati identificativi della cooperativa o dell’agenzia e la specificazione della natura del servizio reso e l’indicazione della quota di contributi a carico del datore di lavoro.

    Voucher per lavoro domestico (si presume l’indicazione valga anche per il Libretto famiglia) – Ricevute di versamento relative all’acquisto dei buoni lavoro;
    – documentazione attestante la comunicazione all’INPS
    dell’avvenuto utilizzo dei buoni lavoro ;
    – dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà resa ai sensi dell’art. 47 del DPR 445/2000 con la quale si attesta che la documentazione è relativa esclusivamente a prestazioni di lavoro rese da addetti ai servizi domestici.

    Detrazione spesa retribuzione badanti di persone non autosufficienti

    Solo per gli addetti all’assistenza di persone non autosufficienti, invece, il datore di lavoro può detrarre dall’imposta lorda il 19% delle spese sostenute, per un importo massimo di 2.100 euro l’anno. La detrazione spetta al soggetto non autosufficiente o ai familiari che affrontano la spesa.

    Si può usufruire della detrazione se il reddito complessivo è inferiore a 40.000 euro e la deduzione fiscale per la colf si può sommare alla detrazione prevista per l’assistente familiare, e viceversa.

    Per usufruire dell’agevolazione, sono necessari il certificato medico che attesti la condizione di non autosufficienza, da esibire a richiesta dell’amministrazione finanziaria, e le ricevute delle retribuzioni erogate, firmate dall’assistente familiare. Gli uffici di Adiura Livorno rimangono a disposizione per chiarimenti.

    Spunti articolo fisco e tasse.

    Adiura Livorno

    Assistente familiare. Come sceglierle e quando.

    Con l’età che avanza gli acciacchi a volte prendono il sopravvento e non sempre si riesce a rimanere totalmente autonomi, a volte le problematiche fisiche sono talmente gravi, da non poter gestire in autonomia le proprie cure e diventa d’obbligo assumere un’assistente familiare. Rispetto ad una casa di riposo la badante è più conveniente ma un po’ più complicata la gestione, soprattutto se non ci si affida ad una agenzia, per cui di seguito ti riportiamo alcuni consigli da seguire per scegliere l’assistente familiare per l’anziano o il disabile nel migliore dei modi.

    Necessità dell’assistito

    Come prima cosa, per scegliere la badante, devi riconoscere le dirette necessità dell’anziano o della persona disabile. Questo step è molto importante e può farti risparmiare tanto, in termini economici e di tempo. È una persona parzialmente autonoma? Ha bisogno di qualcuno che le pulisca casa? Che le prepari da mangiare? O ha bisogno anche di qualcuno che la aiuti nell’igiene e che le somministri Farmaci? A seconda delle risposte a queste domande, ti potrai regolare sulla scelta degli assistenti in base alla loro qualifica. Con la nostra esperienza ed una valutazione gratuita, sapremo consigliarti la giusta figura, ed effettuare una ricerca mirata.

    Cosa fa una badante

    Rispondendo a queste domande saprai quindi indicare alle candidate per il posto, quali saranno le loro mansioni. Ti serve infatti una badante esperta in quel determinato incarico, che sappia cioè effettuare il suo lavoro con dimestichezza e magari con delle referenze e/o qualifiche.

    Questo serve per avere tranquillità e certezza che la persona assunta sia realmente d’aiuto a chi ne ha bisogno, evitando così perdite di tempo e stress per te e per l’assistito, già in una situazione di disagio.

    Conoscere di persona e non telefonicamente

    L’assunzione di una badante non è una cosa difficile, basta fare un contratto, ma si rischia di incorrere in situazioni spiacevoli se non si fanno i passi giusti. Sicuramente le prime persone che incontrerai ti saranno consigliate dai tuoi amici o dai tuoi parenti. Il fatto è che il passaparola è utile fino ad un certo punto. Ci è già capitato altre volte, che una badante conosciuta con un passaparola abbia avuto problemi con gli assistiti e se non vi è un intermediario o un contratto regolare, i pericoli di una vertenza sindacale aumentano e non sono momenti piacevoli. Per questo motivo sarebbe opportuno non concludere affari al telefono o tramite terze persone ma affidarsi ad agenzie. Adiura Livorno ha tutto l’interesse nel trovare la persona più adatta alle tue esigenze sarai al riparo da vertenze o altre sorprese. in più avrai l’opportunità di fare un ulteriore filtro nella scelta dell’assistente familiare, grazie ai colloqui che ti organizzeremo presso i nostri uffici.

    Sottoporre le candidate a delle domande

    Ti consigliamo, prima di incontrare le candidate, di preparare un foglio su cui segnare tutte le domande da sottoporre ai candidati. A seconda delle risposte che ti daranno ti regolerai in termini di preferenze.

    A questo punto devi cominciare a pensare seriamente alla situazione. Bisogna considerare tutto quello che ti è stato detto dai vari candidati. Chi ti conviene di più o ti sembra più all’altezza?

    Inoltre non trascurare le preferenze dell’anziano. Anche lui deve dire la sua, perché sarà lui a trascorrere con la badante la maggior parte del tempo. L’assistenza è per lui, quindi deve esprimere la sua simpatia e l’impatto a pelle che ha avuto con una delle candidate potrebbe essere un valido strumento di scelta.

    Quanto conta l’esperienza

    Come detto in linea generale dovresti sempre scegliere una persona che si è fatta già le ossa in questo mestiere. Ma dare la possibilità a nuove leve non è mai una scelta negativa. Il problema sussiste tuttavia se l’anziano che necessita di cure ha bisogno di attenzioni particolari. Ad esempio se ha qualche patologia, se sta a letto, se necessita di cure mediche. In questo caso scegliere qualcuno che presti assistenza con un titolo (operatore socio sanitario ad esempio) o che ha esperienze decennali nel settore, potrebbe giocare a tuo vantaggio e rendere più semplice tutto il rapporto badante-anziano.

    Concludendo, consigliamo sempre di scegliere assistenti che più si adattano all’assistito e non ai familiari.

    Adiura Livorno, 01 Marzo 2021

    Gli anziani a casa come farli vivere meglio

    Movimento, attività in casa, dieta, ecco a cosa fare attenzione. Questo per ridurre i rischi per la salute psico-fisica legati all’inattività che ci portano in un vortice senza uscita. Ci sono tanti altri consigli che possiamo darti su come fare vivere meglio gli anziani a casa.

    Per le famiglie che decidono di portare i nonni a casa, hanno anziani a casa hanno la necessità di strutturare una nuova routine. Il tutto affinché la persona possa conservare o ritrovare una condizione di benessere psico-fisico.

    Muoversi a casa

    Il tutto si concentra ora sulla casa, dove sono costretti a passare il maggior tempo della giornata. Una buona idea è innanzitutto quella di attrezzarsi affinché l’anziano possa trascorrere questo tempo in sicurezza ma anche nel pieno confortadeguando gli spazi domestici e dotandosi eventualmente di ausili a supporto. Importantissimo è, contestualmente, che non venga a mancare occasione di muoversi. A questo scopo può essere utile sostituire il divano optando per una soluzione alternativa, come le poltrone relax, che aiutano l’anziano ad alzarsi e sedersi in autonomia, ma non solo: questo genere di ausilio, oltre a favorire la circolazione del sangue con cambi di posizione delle gambe, contribuisce infatti ad aumentare il benessere psicologico dato dalla autogestione in movimenti e spostamenti, senza ricorrere all’aiuto di terze persone.

    Cosa evitare

    Pur nella necessità di dover stare in casa, è da evitare in ogni modo la totale immobilità dell’anziano. A questo scopo è sempre utile, ancor più per gli over 65, cercare di alzarsi dalla posizione seduta o sdraiata ogni 30 minuti e fare pause con piccoli esercizi di stretching. Anche solo alcuni passi nella stanza, ad esempio approfittando per fare una telefonata, sono molto utili.
    Se le condizioni dell’anziano lo consentono, anche alcune faccende domestiche sono da favorire: passare l’aspirapolvere, cucinare o rifare i letti sono tutte attività fisiche importanti per contrastare l’inattività e farli sentire utili.
    Auspicabile anche eseguire con costanza alcuni esercizi fisici, strutturare magari delle routine giornaliere: basta una ginnastica dolce per braccia, mani, piedi e collo, ad esempio, con esercizi di rafforzamento muscolare o per migliorare flessibilità, equilibrio e stabilità, con effetti positivi nell’intesti e sul sistema immunitario. Può essere utile seguire alcuni esercizi che si trovano anche sul web, con video dimostrazioni che vi consigliamo di vedere.

    Attenzione anche alla dieta: muovendosi molto meno, e trovandosi in una condizione psicologica di tensione dovuta alla contingenza che possono trovarsi a vivere vivendo, è possibile che diminuisca il senso di appetito nell’anziano. Senza forzare pasti importanti, è utile accertarsi che non manchino frutta e verdura e una adeguata idratazione, anche attraverso piccole e frequenti pause che possiamo proporre durante tutta la giornata.

    Cose da non trascurare

    Da non trascurare, infine, l’aspetto del benessere psicologico dell’anziano, che più di altri può subire le conseguenze di questo cambio radicale di consuetudini. Cambio che può aver portato, ad esempio, alla drastica riduzione della possibilità di vedere meno gli amici. Per limitare il senso d’isolamento, si può proporre all’anziano di telefonare a parenti e congiunti, eventualmente affiancandoli anche per effettuare videochiamate, che contribuiscono a ridurre la distanza con gli interlocutori.
    Per limitare il senso di costrizione, per chi ha la fortuna di avere spazi esterni privati, sono da favorire brevi passeggiate in giardino, o l’attività di giardinaggio se si possiede un terrazzo. Ma basta anche sedersi fuori su una sedia a prendere un po’ di sole, leggere un libro o lavorare a maglia. Dedicarsi, insomma, ad attività piacevoli che tengono anche allenate le abilità cognitive.
    Infine, parliamo: parliamo tanto con i nostri anziani. Ascoltiamo come si sentono e facciamo raccontare loro quello che provano in questo periodo della loro vita, rassicurando se necessario.

    Questi sono i consigli che ci sentiamo di dirvi e sappiamo benissimo che non sempre abbiamo il tempo e le condizioni per metterli in pratica. Ma a volta basta cominciare e dopo i primi giorni, si entra nella sana routine e i benefici inizieranno a vedersi fin da subito.

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    Adiura Livorno, 20 Aprile 2023

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    Livorno 22 Gennaio 2021

    Coronavirus e lavoro nero

    Una delle conseguenze di questi difficili giorni di pandemia per Coronavirus, è l’aumento di contratti regolari per colf e badanti. Infatti, se da un lato molti contratti sono finiti per timore del contagio, dall’altra tantissimi sono stati registrati.

    Molto probabilmente, in realtà, si tratta della messa in regola di contratti sommersi. Per andare a lavoro in tempi di Covid19, infatti, serve un’autocertificazione, che non può risultare valida per il lavoro nero. Nonostante tutto, il lavoro nero trova ancora spazio in questi giorni ma le conseguenze non le auguriamo a nessuno. Il datore di lavoro, oltre alle conseguenze penale più avanti descritte, si potrebbe trovare una vertenza da parte della badante.

    Le conseguenze penali chi viola i recenti decreti del Governo, infatti, sono molto severe: si rischia una multa fino a 4000 euro, secondo il più recente provvedimento del CDM. Inoltre, non dimentichiamo mai che il lavoro nero può avere conseguenze gravi tanto per il lavoratore che per il datore di lavoro. Si sottovalutano sempre le conseguenze, prendendo tutto alla leggere, ma quando poi di percorrono certe strade, non si può più tornare indietro. Per questo motivo consigliamo ai nostri clienti di fare un contratto regolare.

    D’altro canto, l’assistenza alle persone non autosufficienti è più che mai importante e, allo stesso tempo i lavoratori domestici sono esclusi dagli ammortizzatori sociali. Questo significa anche che, in caso si voglia sospendere temporaneamente un contratto si hanno due scelte: il congedo non retribuito oppure l’utilizzo di un periodo di ferie ordinarie.

    Quello che rimane chiaro è che il ruolo della badante, specie in tempi di Coronavirus, è più che mai importante e che importantissimo è assumere con contratti regolari.

    Adiura Livorno 02 Dicembre 2020